I misteri di Rennes-le-Château
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I misteri di Rennes-le-Château
La storia misterica di Rennes-le-Château, un paese di poco più di cento abitanti sito sui Pirenei, inizia nell’ultimo decennio del XIX secolo, durante i lavori di ristrutturazione degli anni 1887-1897 che interessarono la chiesetta di Santa Maddalena.
La storia misterica di Rennes-le-Château, un paese di poco più di cento abitanti sito sui Pirenei, inizia nell’ultimo decennio del XIX secolo, durante i lavori di ristrutturazione degli anni 1887-1897 che interessarono la chiesetta di Santa Maddalena. Durante gli scavi sotto il pavimento, nei pressi dell’altare, il parroco Bérenger Saunière (1852-1917) scoprì qualcosa di davvero interessante, di cui ancora oggi ignoriamo la natura. Nessuno seppe mai l’entità di questo tesoro, ma da allora molte cose cambiarono, infatti, da lì a poco la chiesa di di Rennes-le-Château s’ingrandì a dismisura e, attorno a essa, sorsero nuovi enigmatici edifici.
Il parroco si recò diverse volte a Parigi per incontrare i suoi superiori e parlar loro del suo ritrovamento. Fu proprio in seguito a questi viaggi che Saunière diede inizio ai lavori di costruzione della villa, dei giardini, e di una torre che denominò “Magdala”, in onore di Maria Maddalena. Oltre a ciò, fece porre strani simboli e scritte inquietanti su colonne e architravi. Entrando nella chiesa, i nostri occhi cadono su una scritta già vista anche in altri luoghi importanti, luoghi nei quali si dice vi sia nascosto un tesoro:
"TERRIBILIS EST LOCUS ISTE"
Ovvero, «Questo è un luogo terribile». Cosa rinvenne Saunière sotto l’altare della chiesetta? Qualche reliquia sacra? Qualche documento scottante? Un tesoro? Qualche segreto con cui ricattare la Chiesa e in tal modo arricchirsi? Il Vaticano potrebbe aver dato molti soldi al parroco in cambio del suo silenzio. Nessuno può ancora saperlo. Per ora, questo rimane un mistero.
Tuttavia, possiamo formulare qualche ipotesi. La chiesa è dedicata a Santa Maddalena. A quella stessa Maria Maddalena dei Vangeli canonici. Potremmo immaginare quindi che il tesoro di questa chiesa abbia a che vedere con questa donna. Nei Vangeli accettati dalla Chiesa al Concilio di Nicea, nel 325 d.C., non si fa parola del destino di Maria Maddalena. Secondo una tradizione espressa nel Synodicon Vetus, testo risalente all’887 d.C., utilizzato poi come fonte da Voltaire, fu durante questo concilio che i Padri della Chiesa decisero quali vangeli accettare, quali ripudiare. Voltaire scrisse più volte: «I Padri del Concilio distinsero tra libri delle Scritture e apocrifi grazie ad un espediente piuttosto bizzarro: avendoli collocati alla rinfusa sull'altare vennero detti apocrifi quelli che caddero in terra». Tale distinzione aveva come scopo in realtà quello di mostrare Gesù Cristo come una figura divina, e non umana, come lo era stata fino a quel momento. Tuttavia, i Vanegli cosiddetti “apocrifi”, ripudiati dalla Chiesa, all’incirca quaranta, non scomparvero per sempre. Grazie a importanti ritrovamenti di papiri nelle grotte di Qumran, siamo ora in possesso di numerosi scritti che, altrimenti, sarebbero andati perduti. Tuttavia, già alla fine del II secolo d.C. si ha una prima distinzione tra Vangeli canonici e apocrifi, nel cosiddetto Canone muratoriano. All’interno di un vangelo apocrifo, quello di Filippo, leggiamo:
Questo passo sarebbe sia un’allegoria di una versione teologica gnostica, nella quale Sofia (la conoscenza) e il Salvatore sono rispettivamente Maddalena e Gesù Cristo, sia una prova della presunta relazione fisica tra i due. Infatti, non ha senso pensare che a quei tempi Gesù fosse ancora scapolo. Era la prassi sposarsi e dar vita a una prole.
Nel Vangelo apocrifo della stessa Maria Maddalena leggiamo:
Nel Vangelo di Filippo invece è scritto:
Anche in altri vangeli, come quello di Tommaso e quello degli Egiziani, troviamo spesso riferimenti più o meno espliciti a questa relazione tra Cristo e la Maddalena, che non era una prostituta, come vorrebbe la Chiesa, ma una principessa. La figura della donna venne degradata tra il Tardo Impero e il Basso Medioevo, per una questione per così dire maschilista, in rapporto anche alla demonizzazione delle donne, viste da lì a poco molto spesso come delle streghe. Etimologicamente, troviamo riscontri a questi fatti. Nella lingua inglese troviamo la parola “right”, che significa “giusto”, “diritto”, ma anche “destra”. Il lato destro, per tradizione, è quello maschile, mentre la sinistra è da sempre associata alla donna. E, guardacaso, qualcosa di maligno e non molto chiaro è detto “sinistro”. Si potrebbero fare ancora numerosi esempi di questa degradazione sessuale diretta dalla Chiesa e dalle istituzione nei secoli. Già nell’Antico Testamento la donna viene vista come uno scarto dell’uomo, creata dalla sua “costola” (termine ebraico tra l’altro tradotto erroneamente, apposta, in quanto inizialmente “TZELA” significava “lato”, “parte”; per cui sarebbe stato più giusto dire che Dio divise il primo essere in due parti, un uomo e una donna, di pari importanza). Non era più il tempo delle amazzoni, quando ancora la donna era guerriera e indipendente. Già durante il Tardo Impero subentrò il patriarcato e, con esso, l’idea che la donna fosse inferiore all’uomo. Tale idea sopravviverà fino alla seconda metà del XX secolo!
In un periodo, il basso medioevo, in cui doveva essere solamente quello maschile il sesso più onorevole, potrebbe essere stato difficile concepire l’idea che fosse stata proprio una donna a continuare la discendenza di Cristo. Infatti, secondo alcuni studiosi, come Elaine Pagels, Maria Maddalena potrebbe essere stata una vera e propria guida per i primi Cristiani, la “Cara Discepola” alla quale si attribuirebbe addirittura il Vangelo di Giovanni! Ciò avrebbe rappresentato un vero e proprio scandalo per la Chiesa del basso medioevo. Una donna alla guida della Chiesa? Ciò aveva senso nella preistoria forse, quando ancora si adorava la Dea Madre. Ma in quei tempi suonava più come una blasfemia. Contava poco la verità. Quel che aveva più importanza era l’immagine che si sarebbe dovuta tramandare ai posteri, un’immagine che doveva essere tutta al maschile, con Pietro. Quest’ultimo, secondo la tradizione, vide sempre con gelosia il rapporto tra Gesù e Maddalena. Nel già citato capitolo 55 del Vangelo di Filippo, leggiamo ad esempio: "la compagna del Salvatore è Maria Maddalena, Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla bocca". D’altronde, secondo i Vangeli apocrifi, fu Pietro a fondare la Chiesa romana, e non Maddalena, che invece dovette finire i suoi giorni in un luogo sconosciuto del sud della Francia. Qui, potrebbe aver lasciato i suoi figli, i quali in futuro avrebbero dato vita alla dinastia dei Merovingi, soppiantata nell’VIII secolo d.C. dai Carolingi, i quali, guardacaso, riuscirono ad allearsi alla Chiesa di Roma. Dopo aver sconfitto i Merovingi, il papa Leone III incoronò imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno, per ricompensarlo dei servigi offerti alla Chiesa. Ciò avveniva il giorno di Natale dell’800 d.C., ben 324 anni dopo la fine dell’Impero Romano.
Un racconto provenzale vuole che le donne seguaci di Gesù di Nazaret (Maria Maddalena, Maria di Betania, sua sorella Marta e la Madonna, Maria sua madre), approdassero nel 48 d.C. a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Provenza, dopo le prime persecuzioni in patria, e qui portassero il credo cristiano. Tale versione sarebbe confermata anche dal Vangelo di Filippo. Secondo questi apocrifi, Maria aveva nove anni meno di Gesù; si sposarono nel 30 d.C. Al’epoca della crocifissione aveva avuto una prima figlia, Tamar. Nel 37 d.C. partorì Gesù il Giovane e nel 44 d.C., all’età di 41 anni, diede alla luce Giuseppe.
La chiesa a Rennes-le-Château fu consacrata a Maria Maddalena nel 1059. Nel 1096 (l'anno della Prima Crociata) ebbe inizio la costruzione della grande Basilica di Santa Maria Maddalena a Vezelay. Fu qui che san Francesco d'Assisi fondò i frati minori (poi cappuccini) nel 1217. Gli ordini minori veneravano la figura di Maria Maddalena. Sempre a Vezeley, l’abate cistercense Bernardo di Chiaravalle predicò la Seconda Crociata, nel 1146. Nel redigere la Costituzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nel 1128, San Bernardo menzionò specificamente il dovere di “obbedienza a Betania, il castello di Maria e Marta”. È chiaro, quindi, che le grandi cattedrali di Notre-Dame in Europa, tutte sorte per istigazione dei Cistercensi e dei Templari, non erano dedicate a Maria, madre di Gesù, ma a "Nostra Signora" Maria Maddalena.
Questa lunga premessa sui Vangeli apocrifi e su Maria Maddalena era d’obbligo per poter meglio capire il mistero di Rennes-le-Château. Il parroco Bérenger Saunière trovò qui un grande tesoro che gli permise di ingrandire la sua Chiesa. Non sappiamo che cosa possa aver trovato sotto l’altare durante i lavori di restauro, ma qualcunque cosa fosse doveva rappresentare una potenziale minaccia per la Chiesa. Saunière, infatti, subito dopo il ritrovamento si recò in Francia, entrò in contatto con alti esponenti della Curia e quando ritornò a Carcassonne, era ricco. Alcuni sostengono che il tesoro dell’abate consisteva in una serie di pergamene sulle quali erano riportati alberi genalogici di importanti famiglie della zona, alcune di esse risalenti addirittura al medioevo. In particolare, su una di queste pergamente vi sarebbe stato scritto: "A Dagoberto II e a Sion appartiene questo tesoro, egli è là morto". Dagoberto II, non dimentichiamolo, era un re merovingio. E non dimentichiamo nemmeno che Rennes-le-Château era stata intitolata nel 1059 proprio a Maria Maddalena. Si tratta solo di coincidenze? Tra le opere architettoniche volute dall’abate Saunière vi sono la Torre Magdala e una villa, alla quale diede il nome di Bethania (città della Siria strettamente legata alla Maddalena). Si tratta di altre coincidenze? Inoltre, ristrutturò il cimitero parrocchiale e incise nelle rocce del luogo simboli e messaggi arcani, probabilmente dei messaggi in codice, riservati solamente a certi iniziati. Nelle pergamene sarebbe stata menzionata anche l’esistenza del fantomatico Priorato di Sion, il quale ebbe da sempre lo scopo di salvaguardare l’incolumità dei discendenti di Gesù Cristo, ovvero del “sangue reale”, del Sang Real, del Santo Graal! Purtroppo, Saunièere si portò il suo segreto nella tomba. Lasciò solo enigmatici segni e indizi, difficili da interpretare. Simili indizi potrebbe averli lasciati anche il pittore Nicolas Poussin (1594-1665) nei suoi quadri e perfino Leonardo da Vinci (1452-1519) che, tra l’altro, potrebbe essere stato uno dei maestri del Priorato. In particolare, il Cenacolo racchiuderebbe in sé alcuni preziosi indizi. Sappiamo bene tutti che Leonardo amava scrivere i suoi appunti specularmente, da destra a sinistra.
Probabilmente questa non doveva essere solamente un’abitudine fine a se stessa, ma un suggerimento. Se infatti sovrapponiamo ad alcuni suoi dipinti le immagini speculari degli stessi, otteniamo nuove raffigurazioni, in alcuni casi molto interessanti. Se apportiamo questo trattamento al Cenacolo leonardiano vediamo sorgere figure che altrimenti sarebbero state invisibili ai nostri occhi. In special modo, vediamo una donna con in braccio un bambino in fasce e un personaggio incoronato. Troviamo qui forse un implicito riferimento alla dinastia merovingia e alla sacra prole di Cristo, al Santo Graal? Gesù, nel centro, sembra avere davanti a sé una coppa, sarà un’altra coincidenza? Non possiamo saperlo, però certamente è interessante e, a nostro avviso, non possiamo ignorarlo.
All’interno della Chiesetta di Rennes-le-Château troviamo addirittura un diavolo, Asmodeus, che regge un’acquasantiera. Un simbolo forse inappropriato, però certamente interessante. Perché Saunière scelse di mettere un diavolo all’interno della sua chiesa? C’è forse un implicito riferimento al Bafometto e ai Poveri Cavalieri di Cristo, meglio conosciuti come Templari? Potrebbero esserci loro all’origine del mistero di Rennes-le-Château? In effetti, sappiamo che lazona di Carcassonne era molto frequentata dai Catari, eretici, sterminati dalla Chiesa nel medioevo. Una simile sorte toccò anche i Cavalieri del Tempio, il cui ordine venne fondato qualche anno dopo la Prima Crociata. Supponiamo che i Templari abbiano trovato qualcosa di interessante nei sotteranei del Tempio di Salomone, a Gerusalemme. Anch’essi infatti, si dice, potrebbero aver trovato un grande tesoro, che costò loro la vita. Infatti, l’ordine venne sciolto e gli esponenti dello stesso persegitati per volere di Filippo IV il Bello (1268-1314), sovrano francese, interessato proprio al loro tesoro. I roghi dei Templari cessarono nel 1314, ma alcuni dovettero riuscire a scappare. Il re di Francia e il Papa Clemente V (1264-1314), suo complice, non riucirono a trovare alcun tesoro, ma solo la morte, che li colpì quasi contemporaneamente (muoiono a distanza di sette mesi l’uno dall’altro e subito dopo la condanna al rogo di Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro dell’Ordine), come se fossero stati colpiti da una tremenda maledizione. Esisteva realmente un tesoro? In che cosa consisteva? Dove finì? I Templari sopravvissuti all’eccidio potrebbero averlo nascosto proprio in Linguadoca, a Rennes-le-Château, un luogo ricco di fascino e tradizione; già consacrato da tempo a Maria Maddalena. Naturalmente è solo un’ipotesi. Non conosciamo ancora la verità, ma un giorno illumineremo questo sentiero ricco di misteri. Almeno, questa è la nostra speranza.
Autore: Giorgio Pastore
Fonte:http://www.croponline.org/
La storia misterica di Rennes-le-Château, un paese di poco più di cento abitanti sito sui Pirenei, inizia nell’ultimo decennio del XIX secolo, durante i lavori di ristrutturazione degli anni 1887-1897 che interessarono la chiesetta di Santa Maddalena. Durante gli scavi sotto il pavimento, nei pressi dell’altare, il parroco Bérenger Saunière (1852-1917) scoprì qualcosa di davvero interessante, di cui ancora oggi ignoriamo la natura. Nessuno seppe mai l’entità di questo tesoro, ma da allora molte cose cambiarono, infatti, da lì a poco la chiesa di di Rennes-le-Château s’ingrandì a dismisura e, attorno a essa, sorsero nuovi enigmatici edifici.
Il parroco si recò diverse volte a Parigi per incontrare i suoi superiori e parlar loro del suo ritrovamento. Fu proprio in seguito a questi viaggi che Saunière diede inizio ai lavori di costruzione della villa, dei giardini, e di una torre che denominò “Magdala”, in onore di Maria Maddalena. Oltre a ciò, fece porre strani simboli e scritte inquietanti su colonne e architravi. Entrando nella chiesa, i nostri occhi cadono su una scritta già vista anche in altri luoghi importanti, luoghi nei quali si dice vi sia nascosto un tesoro:
"TERRIBILIS EST LOCUS ISTE"
Ovvero, «Questo è un luogo terribile». Cosa rinvenne Saunière sotto l’altare della chiesetta? Qualche reliquia sacra? Qualche documento scottante? Un tesoro? Qualche segreto con cui ricattare la Chiesa e in tal modo arricchirsi? Il Vaticano potrebbe aver dato molti soldi al parroco in cambio del suo silenzio. Nessuno può ancora saperlo. Per ora, questo rimane un mistero.
Tuttavia, possiamo formulare qualche ipotesi. La chiesa è dedicata a Santa Maddalena. A quella stessa Maria Maddalena dei Vangeli canonici. Potremmo immaginare quindi che il tesoro di questa chiesa abbia a che vedere con questa donna. Nei Vangeli accettati dalla Chiesa al Concilio di Nicea, nel 325 d.C., non si fa parola del destino di Maria Maddalena. Secondo una tradizione espressa nel Synodicon Vetus, testo risalente all’887 d.C., utilizzato poi come fonte da Voltaire, fu durante questo concilio che i Padri della Chiesa decisero quali vangeli accettare, quali ripudiare. Voltaire scrisse più volte: «I Padri del Concilio distinsero tra libri delle Scritture e apocrifi grazie ad un espediente piuttosto bizzarro: avendoli collocati alla rinfusa sull'altare vennero detti apocrifi quelli che caddero in terra». Tale distinzione aveva come scopo in realtà quello di mostrare Gesù Cristo come una figura divina, e non umana, come lo era stata fino a quel momento. Tuttavia, i Vanegli cosiddetti “apocrifi”, ripudiati dalla Chiesa, all’incirca quaranta, non scomparvero per sempre. Grazie a importanti ritrovamenti di papiri nelle grotte di Qumran, siamo ora in possesso di numerosi scritti che, altrimenti, sarebbero andati perduti. Tuttavia, già alla fine del II secolo d.C. si ha una prima distinzione tra Vangeli canonici e apocrifi, nel cosiddetto Canone muratoriano. All’interno di un vangelo apocrifo, quello di Filippo, leggiamo:
La Sofia, che è chiamata sterile, è la madre degli angeli. E la compagna del Salvatore è Maria Maddalena. Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla bocca. Gli altri discepoli ne furono offesi ed espressero disapprovazione. Gli dissero: "Perché la ami più di tutti noi?" [Vangelo di Filippo, cap. 55]
Questo passo sarebbe sia un’allegoria di una versione teologica gnostica, nella quale Sofia (la conoscenza) e il Salvatore sono rispettivamente Maddalena e Gesù Cristo, sia una prova della presunta relazione fisica tra i due. Infatti, non ha senso pensare che a quei tempi Gesù fosse ancora scapolo. Era la prassi sposarsi e dar vita a una prole.
Nel Vangelo apocrifo della stessa Maria Maddalena leggiamo:
Pietro disse a Maria Maddalena: Sorella, noi sappiamo che il Salvatore ti amava più delle altre donne. Comunicaci le parole del Salvatore che tu ricordi, quelle che tu conosci, (ma) non noi; (quelle) che noi non abbiamo neppure udito. [Vangelo di Maria Maddalena]
Nel Vangelo di Filippo invece è scritto:
Erano tre, che andavano sempre con il Signore: sua madre Maria, sua sorella, e la Maddalena, che è detta sua consorte. Infatti era "Maria": sua sorella, sua madre e la sua consorte. [Vangelo di Filippo, cap. 32]
Anche in altri vangeli, come quello di Tommaso e quello degli Egiziani, troviamo spesso riferimenti più o meno espliciti a questa relazione tra Cristo e la Maddalena, che non era una prostituta, come vorrebbe la Chiesa, ma una principessa. La figura della donna venne degradata tra il Tardo Impero e il Basso Medioevo, per una questione per così dire maschilista, in rapporto anche alla demonizzazione delle donne, viste da lì a poco molto spesso come delle streghe. Etimologicamente, troviamo riscontri a questi fatti. Nella lingua inglese troviamo la parola “right”, che significa “giusto”, “diritto”, ma anche “destra”. Il lato destro, per tradizione, è quello maschile, mentre la sinistra è da sempre associata alla donna. E, guardacaso, qualcosa di maligno e non molto chiaro è detto “sinistro”. Si potrebbero fare ancora numerosi esempi di questa degradazione sessuale diretta dalla Chiesa e dalle istituzione nei secoli. Già nell’Antico Testamento la donna viene vista come uno scarto dell’uomo, creata dalla sua “costola” (termine ebraico tra l’altro tradotto erroneamente, apposta, in quanto inizialmente “TZELA” significava “lato”, “parte”; per cui sarebbe stato più giusto dire che Dio divise il primo essere in due parti, un uomo e una donna, di pari importanza). Non era più il tempo delle amazzoni, quando ancora la donna era guerriera e indipendente. Già durante il Tardo Impero subentrò il patriarcato e, con esso, l’idea che la donna fosse inferiore all’uomo. Tale idea sopravviverà fino alla seconda metà del XX secolo!
In un periodo, il basso medioevo, in cui doveva essere solamente quello maschile il sesso più onorevole, potrebbe essere stato difficile concepire l’idea che fosse stata proprio una donna a continuare la discendenza di Cristo. Infatti, secondo alcuni studiosi, come Elaine Pagels, Maria Maddalena potrebbe essere stata una vera e propria guida per i primi Cristiani, la “Cara Discepola” alla quale si attribuirebbe addirittura il Vangelo di Giovanni! Ciò avrebbe rappresentato un vero e proprio scandalo per la Chiesa del basso medioevo. Una donna alla guida della Chiesa? Ciò aveva senso nella preistoria forse, quando ancora si adorava la Dea Madre. Ma in quei tempi suonava più come una blasfemia. Contava poco la verità. Quel che aveva più importanza era l’immagine che si sarebbe dovuta tramandare ai posteri, un’immagine che doveva essere tutta al maschile, con Pietro. Quest’ultimo, secondo la tradizione, vide sempre con gelosia il rapporto tra Gesù e Maddalena. Nel già citato capitolo 55 del Vangelo di Filippo, leggiamo ad esempio: "la compagna del Salvatore è Maria Maddalena, Cristo la amava più di tutti gli altri discepoli e soleva spesso baciarla sulla bocca". D’altronde, secondo i Vangeli apocrifi, fu Pietro a fondare la Chiesa romana, e non Maddalena, che invece dovette finire i suoi giorni in un luogo sconosciuto del sud della Francia. Qui, potrebbe aver lasciato i suoi figli, i quali in futuro avrebbero dato vita alla dinastia dei Merovingi, soppiantata nell’VIII secolo d.C. dai Carolingi, i quali, guardacaso, riuscirono ad allearsi alla Chiesa di Roma. Dopo aver sconfitto i Merovingi, il papa Leone III incoronò imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno, per ricompensarlo dei servigi offerti alla Chiesa. Ciò avveniva il giorno di Natale dell’800 d.C., ben 324 anni dopo la fine dell’Impero Romano.
Un racconto provenzale vuole che le donne seguaci di Gesù di Nazaret (Maria Maddalena, Maria di Betania, sua sorella Marta e la Madonna, Maria sua madre), approdassero nel 48 d.C. a Saintes-Maries-de-la-Mer, in Provenza, dopo le prime persecuzioni in patria, e qui portassero il credo cristiano. Tale versione sarebbe confermata anche dal Vangelo di Filippo. Secondo questi apocrifi, Maria aveva nove anni meno di Gesù; si sposarono nel 30 d.C. Al’epoca della crocifissione aveva avuto una prima figlia, Tamar. Nel 37 d.C. partorì Gesù il Giovane e nel 44 d.C., all’età di 41 anni, diede alla luce Giuseppe.
La chiesa a Rennes-le-Château fu consacrata a Maria Maddalena nel 1059. Nel 1096 (l'anno della Prima Crociata) ebbe inizio la costruzione della grande Basilica di Santa Maria Maddalena a Vezelay. Fu qui che san Francesco d'Assisi fondò i frati minori (poi cappuccini) nel 1217. Gli ordini minori veneravano la figura di Maria Maddalena. Sempre a Vezeley, l’abate cistercense Bernardo di Chiaravalle predicò la Seconda Crociata, nel 1146. Nel redigere la Costituzione dell'Ordine dei Cavalieri Templari nel 1128, San Bernardo menzionò specificamente il dovere di “obbedienza a Betania, il castello di Maria e Marta”. È chiaro, quindi, che le grandi cattedrali di Notre-Dame in Europa, tutte sorte per istigazione dei Cistercensi e dei Templari, non erano dedicate a Maria, madre di Gesù, ma a "Nostra Signora" Maria Maddalena.
Questa lunga premessa sui Vangeli apocrifi e su Maria Maddalena era d’obbligo per poter meglio capire il mistero di Rennes-le-Château. Il parroco Bérenger Saunière trovò qui un grande tesoro che gli permise di ingrandire la sua Chiesa. Non sappiamo che cosa possa aver trovato sotto l’altare durante i lavori di restauro, ma qualcunque cosa fosse doveva rappresentare una potenziale minaccia per la Chiesa. Saunière, infatti, subito dopo il ritrovamento si recò in Francia, entrò in contatto con alti esponenti della Curia e quando ritornò a Carcassonne, era ricco. Alcuni sostengono che il tesoro dell’abate consisteva in una serie di pergamene sulle quali erano riportati alberi genalogici di importanti famiglie della zona, alcune di esse risalenti addirittura al medioevo. In particolare, su una di queste pergamente vi sarebbe stato scritto: "A Dagoberto II e a Sion appartiene questo tesoro, egli è là morto". Dagoberto II, non dimentichiamolo, era un re merovingio. E non dimentichiamo nemmeno che Rennes-le-Château era stata intitolata nel 1059 proprio a Maria Maddalena. Si tratta solo di coincidenze? Tra le opere architettoniche volute dall’abate Saunière vi sono la Torre Magdala e una villa, alla quale diede il nome di Bethania (città della Siria strettamente legata alla Maddalena). Si tratta di altre coincidenze? Inoltre, ristrutturò il cimitero parrocchiale e incise nelle rocce del luogo simboli e messaggi arcani, probabilmente dei messaggi in codice, riservati solamente a certi iniziati. Nelle pergamene sarebbe stata menzionata anche l’esistenza del fantomatico Priorato di Sion, il quale ebbe da sempre lo scopo di salvaguardare l’incolumità dei discendenti di Gesù Cristo, ovvero del “sangue reale”, del Sang Real, del Santo Graal! Purtroppo, Saunièere si portò il suo segreto nella tomba. Lasciò solo enigmatici segni e indizi, difficili da interpretare. Simili indizi potrebbe averli lasciati anche il pittore Nicolas Poussin (1594-1665) nei suoi quadri e perfino Leonardo da Vinci (1452-1519) che, tra l’altro, potrebbe essere stato uno dei maestri del Priorato. In particolare, il Cenacolo racchiuderebbe in sé alcuni preziosi indizi. Sappiamo bene tutti che Leonardo amava scrivere i suoi appunti specularmente, da destra a sinistra.
Probabilmente questa non doveva essere solamente un’abitudine fine a se stessa, ma un suggerimento. Se infatti sovrapponiamo ad alcuni suoi dipinti le immagini speculari degli stessi, otteniamo nuove raffigurazioni, in alcuni casi molto interessanti. Se apportiamo questo trattamento al Cenacolo leonardiano vediamo sorgere figure che altrimenti sarebbero state invisibili ai nostri occhi. In special modo, vediamo una donna con in braccio un bambino in fasce e un personaggio incoronato. Troviamo qui forse un implicito riferimento alla dinastia merovingia e alla sacra prole di Cristo, al Santo Graal? Gesù, nel centro, sembra avere davanti a sé una coppa, sarà un’altra coincidenza? Non possiamo saperlo, però certamente è interessante e, a nostro avviso, non possiamo ignorarlo.
All’interno della Chiesetta di Rennes-le-Château troviamo addirittura un diavolo, Asmodeus, che regge un’acquasantiera. Un simbolo forse inappropriato, però certamente interessante. Perché Saunière scelse di mettere un diavolo all’interno della sua chiesa? C’è forse un implicito riferimento al Bafometto e ai Poveri Cavalieri di Cristo, meglio conosciuti come Templari? Potrebbero esserci loro all’origine del mistero di Rennes-le-Château? In effetti, sappiamo che lazona di Carcassonne era molto frequentata dai Catari, eretici, sterminati dalla Chiesa nel medioevo. Una simile sorte toccò anche i Cavalieri del Tempio, il cui ordine venne fondato qualche anno dopo la Prima Crociata. Supponiamo che i Templari abbiano trovato qualcosa di interessante nei sotteranei del Tempio di Salomone, a Gerusalemme. Anch’essi infatti, si dice, potrebbero aver trovato un grande tesoro, che costò loro la vita. Infatti, l’ordine venne sciolto e gli esponenti dello stesso persegitati per volere di Filippo IV il Bello (1268-1314), sovrano francese, interessato proprio al loro tesoro. I roghi dei Templari cessarono nel 1314, ma alcuni dovettero riuscire a scappare. Il re di Francia e il Papa Clemente V (1264-1314), suo complice, non riucirono a trovare alcun tesoro, ma solo la morte, che li colpì quasi contemporaneamente (muoiono a distanza di sette mesi l’uno dall’altro e subito dopo la condanna al rogo di Jacques de Molay, ultimo Gran Maestro dell’Ordine), come se fossero stati colpiti da una tremenda maledizione. Esisteva realmente un tesoro? In che cosa consisteva? Dove finì? I Templari sopravvissuti all’eccidio potrebbero averlo nascosto proprio in Linguadoca, a Rennes-le-Château, un luogo ricco di fascino e tradizione; già consacrato da tempo a Maria Maddalena. Naturalmente è solo un’ipotesi. Non conosciamo ancora la verità, ma un giorno illumineremo questo sentiero ricco di misteri. Almeno, questa è la nostra speranza.
Autore: Giorgio Pastore
Fonte:http://www.croponline.org/
Ultima modifica di Mik Darko il Sab Set 12, 2009 1:27 pm - modificato 1 volta.
Approfondimento
Questa versione del mistero di Rennes le Chàteau, la trovo molto dispersiva e poco eusariente... vediamo di aricchirla e semplificarla
In primis bisogna cancellare momentaneamente tutta la storia dei vangeli apocrifi, poichè al momento creano soltanto confusione e così maddalena
Una pergamena, quella più corta, fu facile tradurla, e quello che ne risultò fu:
<< A Dagobert II et à sion est ce trèsor et il la mort>> ossia a Dagoberto II, re, e a Sion appartiene questo tesoro, ed esso è morte( o a morte chiunqe interferisca)
Dagoberto come già detto era un re merovingio francese, ma questo vi spiegherò più avanti il perchè è importante.
Preso dal dubbio Saunière portò queste pergamene al vescovo di Carcassonne, monsignor Felix-Arsène Billard, il quale incuriosito radunòdei cittografi per aiutare il prete nella traduzione delle pergamene
Prima di lasciare la capitale, Saunière acquistò il quadro di Nicolas Poussin, "I pastori di Arcadia"; il quadro rappresenta 3 pastori sdraiat nei pressi di una tomba sulla quale stà inciso "Et in Arcadia Ego", che tradotto sta a "Io [la morte] sono anche in Arcadia", e più avanti vi spiegherò perchè è importante questo quadro.
Tornato a Rennes le Chàteau, Saunière incominciò a disfare l'altare della chiesa, e sulle lastre di poetra dietro l'altare ne trovò una con inciso un cavaliere medievalee la data corrispondeva all'epoca di Dagoberto.
Continuando a scavare, Saunière e i braccianti che aveva assunto, trovarono 2 scheletri e una pentola piena di medaglioni senza valore; a quella vista Saunière mandò via tutti e sbarrò le entrate della chiesa; da quel momento il prete e la sua perpetua , Marie Denarnaud, incominciarono a costruire una grotta atrtificiale nel giardino della canonica; un'altro fatto misterioso fu che Saunière commise anche un grave atto di vandalismo, cancellando un'iscrizione e rimosso la stele di una tomba, quella di Marie, marchesa di Blanchefort, disegnata dal'abate Bigou,ma Saunière non sapeva che un'antiquario aveva già riprodotto la stele e messa in un'opuscolo.
Da quel giorno Saunière incominciò a soendere una fortuna, sia nel ristrutturare la chiesa, che il paesino (con strade asfaltate, fatta arrivare l'acqua potabile al villaggio), si era costruito una villetta con un vasto parco e una torre per la biblioteca, poi si era dato al collezionismo e al ricevimento di ospiti illustri del tempo.
Molto stranamente i suoi superiori, si incuriosivano, ma non più del dovuto.
Le cose cambiarono quando al vecchio vescovo ne prese il posto uno giovane, che incominciò subito a tartassare Saunière di domande riguardo la sua fortuna, ma lui non rispose mai, tantè che venne trasferito ad un'altra diocesi, ma lui non si mosse mai da Renne, e anche quando arrivò il nuovo prete, il popolino continò a ritenere il solo pastore del villaggio.
Qui la leggenda vuole che, all'età di 64 anni, Saunière, in punto di morte, volle rivelare tutto al suo sostituto, e questi, uscito dalla camera del prete risultò mortalmente pallido e profondamente scosso e che da quel giorno non lo si vide più sorridere.
In primis bisogna cancellare momentaneamente tutta la storia dei vangeli apocrifi, poichè al momento creano soltanto confusione e così maddalena
secondo i miei libri, Saunière trovo 4 pergamene (2 erano alberi genealogici di famiglie e casato del luogo e le altre 2 c'erano scritti brani del Nuovo Testamento ma con la particolarità, della +mancanza di spazi tra le lettere e parole, quasi in codice) in una colonna cava di stile visigota, che sorregge un lato dell'altare, poichè l'altro lato era incastonato nel muro; Saunière, secondo le pergamene, dedusse che fu l'abate Bigou, il precedente prelato della chiesa, ad averle riposte li.La storia misterica di Rennes-le-Château, un paese di poco più di cento abitanti sito sui Pirenei, inizia nell’ultimo decennio del XIX secolo, durante i lavori di ristrutturazione degli anni 1887-1897 che interessarono la chiesetta di Santa Maddalena. Durante gli scavi sotto il pavimento, nei pressi dell’altare, il parroco Bérenger Saunière (1852-1917) scoprì qualcosa di davvero interessante, di cui ancora oggi ignoriamo la natura
Una pergamena, quella più corta, fu facile tradurla, e quello che ne risultò fu:
<< A Dagobert II et à sion est ce trèsor et il la mort>> ossia a Dagoberto II, re, e a Sion appartiene questo tesoro, ed esso è morte( o a morte chiunqe interferisca)
Dagoberto come già detto era un re merovingio francese, ma questo vi spiegherò più avanti il perchè è importante.
Preso dal dubbio Saunière portò queste pergamene al vescovo di Carcassonne, monsignor Felix-Arsène Billard, il quale incuriosito radunòdei cittografi per aiutare il prete nella traduzione delle pergamene
Prima di lasciare la capitale, Saunière acquistò il quadro di Nicolas Poussin, "I pastori di Arcadia"; il quadro rappresenta 3 pastori sdraiat nei pressi di una tomba sulla quale stà inciso "Et in Arcadia Ego", che tradotto sta a "Io [la morte] sono anche in Arcadia", e più avanti vi spiegherò perchè è importante questo quadro.
Tornato a Rennes le Chàteau, Saunière incominciò a disfare l'altare della chiesa, e sulle lastre di poetra dietro l'altare ne trovò una con inciso un cavaliere medievalee la data corrispondeva all'epoca di Dagoberto.
Continuando a scavare, Saunière e i braccianti che aveva assunto, trovarono 2 scheletri e una pentola piena di medaglioni senza valore; a quella vista Saunière mandò via tutti e sbarrò le entrate della chiesa; da quel momento il prete e la sua perpetua , Marie Denarnaud, incominciarono a costruire una grotta atrtificiale nel giardino della canonica; un'altro fatto misterioso fu che Saunière commise anche un grave atto di vandalismo, cancellando un'iscrizione e rimosso la stele di una tomba, quella di Marie, marchesa di Blanchefort, disegnata dal'abate Bigou,ma Saunière non sapeva che un'antiquario aveva già riprodotto la stele e messa in un'opuscolo.
Da quel giorno Saunière incominciò a soendere una fortuna, sia nel ristrutturare la chiesa, che il paesino (con strade asfaltate, fatta arrivare l'acqua potabile al villaggio), si era costruito una villetta con un vasto parco e una torre per la biblioteca, poi si era dato al collezionismo e al ricevimento di ospiti illustri del tempo.
Molto stranamente i suoi superiori, si incuriosivano, ma non più del dovuto.
Le cose cambiarono quando al vecchio vescovo ne prese il posto uno giovane, che incominciò subito a tartassare Saunière di domande riguardo la sua fortuna, ma lui non rispose mai, tantè che venne trasferito ad un'altra diocesi, ma lui non si mosse mai da Renne, e anche quando arrivò il nuovo prete, il popolino continò a ritenere il solo pastore del villaggio.
Qui la leggenda vuole che, all'età di 64 anni, Saunière, in punto di morte, volle rivelare tutto al suo sostituto, e questi, uscito dalla camera del prete risultò mortalmente pallido e profondamente scosso e che da quel giorno non lo si vide più sorridere.
Ultima modifica di matrona il Lun Ago 17, 2009 9:11 pm - modificato 2 volte.
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Re: I misteri di Rennes-le-Château
Ultima modifica di matrona il Lun Ago 17, 2009 9:25 pm - modificato 2 volte.
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