Inconscio collettivo
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Inconscio collettivo
Inconscio collettivo è un termine della psicoanalisi coniato per la prima volta da Carl Gustav Jung. Infatti, mentre Sigmund Freud non distingueva tra la psicologia di un individuo e la psicologia collettiva, Jung distingueva l'inconscio collettivo dall'inconscio personale proprio di ogni essere umano.
L'inconscio collettivo, secondo Jung, rappresenta un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte dell'inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Esso contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture. Gli archetipi esisterebbero prima dell'esperienza e in questo senso sarebbero istintivi. I critici hanno però affermato che questa è una visione etnocentrica, che universalizza gli archetipi culturali europei in archetipi di tutta l'umanità. In altri termini si potrebbe dire che l'inconscio collettivo è la struttura della psiche dell’intera umanità, sviluppatasi nel tempo ed è suddivisibile in inferiore, medio e superiore. L’inferiore è legato alle radici arcaiche, al passato dell’umanità; il medio è costituito dai valori socio-culturali in questo attuale momento; il superiore è invece relativo ai valori, alle potenzialità, alle mete future dell’umanità.
Propugnatori del modello Junghiano, caratterizzati da un minor misticismo, sostengono che l'inconscio collettivo può essere adeguatamente immaginato come emergente in ciascun individuo dall'istinto condiviso, dall'esperienza comune e dalla cultura condivisa. Il processo di naturale generalizzazione nella mente umana unisce questi tratti ed esperienze comuni in un substrato dell'inconscio pressocchè identico. Ad esempio, ci si potrebbe aspettare che l'archetipo della "grande madre" sia il medesimo con poche variazioni in tutte le persone, poiché tutti i bambini condividono l'aspettativa interiore per individuo che si prenda premurosamente cura di loro (istinto umano); ogni bambino sopravvive perché ha avuto una madre o un suo surrogato; e pressocchè ogni bambino è condizionato dell'idea fornitagli dalla società di quello che una madre dovrebbe essere (cultura condivisa). L'insieme di tutti questi effetti potrebbe essere la fonte della figura condivisa, o archetipo, che sembra essere la stessa nei sogni di molte persone. Che la connessione dell'individuo all'inconscio collettivo sorga per ragioni materiali o mistiche, il termine inconscio collettivo descrive un'importante caratteristica comune osservata nei sogni di differenti individui. Fu semplicemente formulata da Jung come modello esplicativo.
Fonte:http://www.wikipedia.it/
L'inconscio collettivo, secondo Jung, rappresenta un contenitore psichico universale, vale a dire quella parte dell'inconscio umano che è comune a quello di tutti gli altri esseri umani. Esso contiene gli archetipi, cioè le forme o i simboli che si manifestano in tutti i popoli di tutte le culture. Gli archetipi esisterebbero prima dell'esperienza e in questo senso sarebbero istintivi. I critici hanno però affermato che questa è una visione etnocentrica, che universalizza gli archetipi culturali europei in archetipi di tutta l'umanità. In altri termini si potrebbe dire che l'inconscio collettivo è la struttura della psiche dell’intera umanità, sviluppatasi nel tempo ed è suddivisibile in inferiore, medio e superiore. L’inferiore è legato alle radici arcaiche, al passato dell’umanità; il medio è costituito dai valori socio-culturali in questo attuale momento; il superiore è invece relativo ai valori, alle potenzialità, alle mete future dell’umanità.
Propugnatori del modello Junghiano, caratterizzati da un minor misticismo, sostengono che l'inconscio collettivo può essere adeguatamente immaginato come emergente in ciascun individuo dall'istinto condiviso, dall'esperienza comune e dalla cultura condivisa. Il processo di naturale generalizzazione nella mente umana unisce questi tratti ed esperienze comuni in un substrato dell'inconscio pressocchè identico. Ad esempio, ci si potrebbe aspettare che l'archetipo della "grande madre" sia il medesimo con poche variazioni in tutte le persone, poiché tutti i bambini condividono l'aspettativa interiore per individuo che si prenda premurosamente cura di loro (istinto umano); ogni bambino sopravvive perché ha avuto una madre o un suo surrogato; e pressocchè ogni bambino è condizionato dell'idea fornitagli dalla società di quello che una madre dovrebbe essere (cultura condivisa). L'insieme di tutti questi effetti potrebbe essere la fonte della figura condivisa, o archetipo, che sembra essere la stessa nei sogni di molte persone. Che la connessione dell'individuo all'inconscio collettivo sorga per ragioni materiali o mistiche, il termine inconscio collettivo descrive un'importante caratteristica comune osservata nei sogni di differenti individui. Fu semplicemente formulata da Jung come modello esplicativo.
Fonte:http://www.wikipedia.it/
Re: Inconscio collettivo
L'inconscio collettivo di Jung fu forse una sua personale rielaborazione (come molti altri suoi studi, ad esempio quelli alchemici) di un interesse molto radicato in lui: quello per l'esoterismo.
Non sentiamo, in effetti, riecheggiare nella teoria dell'inconscio collettivo (così come nelle moderne teorie scientifiche sul c.d. "Campo informazionale") quello che dagli Antichi fu chiamato il grande mare dell'Astrale?
Come un grande fluido psichico che tutti accomuna, nelle sue acque erano visibili il passato, il presente e quello che doveva ancora avvenire. Nelle sue acque la psiche degli uomini era collegata e potenzialmente accessibile. Nelle sue acque erano custoditi gli archetipi e i sogni degli uomini, ma anche la vita degli esseri soggetti alla Legge di questo Grande Utero.
Non sentiamo, in effetti, riecheggiare nella teoria dell'inconscio collettivo (così come nelle moderne teorie scientifiche sul c.d. "Campo informazionale") quello che dagli Antichi fu chiamato il grande mare dell'Astrale?
Come un grande fluido psichico che tutti accomuna, nelle sue acque erano visibili il passato, il presente e quello che doveva ancora avvenire. Nelle sue acque la psiche degli uomini era collegata e potenzialmente accessibile. Nelle sue acque erano custoditi gli archetipi e i sogni degli uomini, ma anche la vita degli esseri soggetti alla Legge di questo Grande Utero.
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