Vta virtuale...
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Vta virtuale...
Se il Papa sbarca su Facebook
Ieri un Papa, Benedetto XVI, ha di fatto invitato la Chiesa non soltanto a non sottovalutare internet, ma a utilizzarlo nel modo migliore, considerandolo una risorsa per il futuro e con un particolare riferimento ai social network.
Il papa lo ha fatto intervenendo a un forum di studio dei vescovi europei.
Erano in 120 persone, e non soltanto prelati o cardinali, ma per tre giorni si sono confrontati sul web e sui social network eminenze ed eccellenze ma anche esperti del settore, consulenti speciali, e come dicono le agenzie, persino un ragazzino hacker svizzero e un tecnico dell'Interpol.
Per raccontarsi che cosa? Intanto per capire cosa sia davvero la rete e i social network, ma soprattutto per non occuparsi dei pericoli della rete, ma semmai delle opportunità che può dare.
Fino a far dire al presidente della Commissione episcopale europea per i media (CEEM) Jean-Michel di Falco Leandri, rispondendo a un dubbio sulle insidie della rete, che "la censura è roba da Medioevo", e che si deve aiutare la gente a capire a come tenersi alla larga dagli aspetti più deleteri della rete, esattamente come fa la Chiesa nella società.Non ci si deve sorprendere. Neppure della frase: "la censura è roba da Medioevo".
Anche quando pensiamo che la Chiesa nel Medioevo - e non soltanto - fu oscurantista e ossessionata dal controllo.
In realtà il Cristianesimo, da San Paolo in poi ha sempre avuto una intuizione straordinaria sulle opportunità che la modernità poteva dare alla diffusione della parola e del verbo.
E se prima era l'arte, e le scenografie delle chiese e delle cattedrali, oggi la modernità evolve e permette echi e e diffusioni impensabili un tempo.
Maestra nei media, la Chiesa ha sfruttato tutti i mezzi con competenza e intelligenza.
Era evidente che prima o poi non soltanto si sarebbe interessata al web, ma si sarebbe spinta oltre, fino a Facebook e a Twitter.
Avremo un gruppo Facebook del Vaticano? O un profilo pubblico del papa? Forse non fino a questo punto.
Ma certo i fan club dei luoghi di devozione saranno sempre di più.
E i social network permetteranno un proselitismo un tempo impensabile.
Altro che censura e medioevo, questa per il Vaticano è l'opportunità più grande che si potesse immaginare.
16 novembre 2009
di Roberto Cotroneo
sito:http://www.unita.it/rubriche/cotroneo/91272
Maaa.... è una mia impressione o la societàsi stà trasferendo nei cavi telefonici e magnetici a banda larga?
Prima inserimanto dei dati personali, per statistiche dello stato e anagrafe, poi i videogiochi (the sims 1, 2, 3, giochini di vita reale su FB, ecc..), agenzie di incontri, chat, social networg (FB, e altri), e ora anche futuri luoghi di culto?
Tra un po ci creeranno un clone virtuale che cresce e che possiamo cambiargli anche i vestiti...
Ieri un Papa, Benedetto XVI, ha di fatto invitato la Chiesa non soltanto a non sottovalutare internet, ma a utilizzarlo nel modo migliore, considerandolo una risorsa per il futuro e con un particolare riferimento ai social network.
Il papa lo ha fatto intervenendo a un forum di studio dei vescovi europei.
Erano in 120 persone, e non soltanto prelati o cardinali, ma per tre giorni si sono confrontati sul web e sui social network eminenze ed eccellenze ma anche esperti del settore, consulenti speciali, e come dicono le agenzie, persino un ragazzino hacker svizzero e un tecnico dell'Interpol.
Per raccontarsi che cosa? Intanto per capire cosa sia davvero la rete e i social network, ma soprattutto per non occuparsi dei pericoli della rete, ma semmai delle opportunità che può dare.
Fino a far dire al presidente della Commissione episcopale europea per i media (CEEM) Jean-Michel di Falco Leandri, rispondendo a un dubbio sulle insidie della rete, che "la censura è roba da Medioevo", e che si deve aiutare la gente a capire a come tenersi alla larga dagli aspetti più deleteri della rete, esattamente come fa la Chiesa nella società.Non ci si deve sorprendere. Neppure della frase: "la censura è roba da Medioevo".
Anche quando pensiamo che la Chiesa nel Medioevo - e non soltanto - fu oscurantista e ossessionata dal controllo.
In realtà il Cristianesimo, da San Paolo in poi ha sempre avuto una intuizione straordinaria sulle opportunità che la modernità poteva dare alla diffusione della parola e del verbo.
E se prima era l'arte, e le scenografie delle chiese e delle cattedrali, oggi la modernità evolve e permette echi e e diffusioni impensabili un tempo.
Maestra nei media, la Chiesa ha sfruttato tutti i mezzi con competenza e intelligenza.
Era evidente che prima o poi non soltanto si sarebbe interessata al web, ma si sarebbe spinta oltre, fino a Facebook e a Twitter.
Avremo un gruppo Facebook del Vaticano? O un profilo pubblico del papa? Forse non fino a questo punto.
Ma certo i fan club dei luoghi di devozione saranno sempre di più.
E i social network permetteranno un proselitismo un tempo impensabile.
Altro che censura e medioevo, questa per il Vaticano è l'opportunità più grande che si potesse immaginare.
16 novembre 2009
di Roberto Cotroneo
sito:http://www.unita.it/rubriche/cotroneo/91272
Maaa.... è una mia impressione o la societàsi stà trasferendo nei cavi telefonici e magnetici a banda larga?
Prima inserimanto dei dati personali, per statistiche dello stato e anagrafe, poi i videogiochi (the sims 1, 2, 3, giochini di vita reale su FB, ecc..), agenzie di incontri, chat, social networg (FB, e altri), e ora anche futuri luoghi di culto?
Tra un po ci creeranno un clone virtuale che cresce e che possiamo cambiargli anche i vestiti...
matrona- Collaboratore
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Data d'iscrizione : 12.07.09
Età : 37
Località : Menzoberranzan, Forgotten Realms
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