Libertà di stampa
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Libertà di stampa
Di certo non ne sentirete parlare con la dovuta enfasi nei tg nazionali, ma il 3 maggio è stata la Giornata Mondiale sulla Libertà di Stampa e, per l’occasione, l’organizzazione statunitense Freedom House – che si occupa di monitorare lo stato delle libertà in tutti i Paesi del mondo - ha stilato un rapporto molto dettagliato di Paesi liberi, parzialmente-liberi e non liberi.
L’Italia, classificandosi al settantaduesimo posto, è stato giudicato un Paese parzialmente libero al pari di Sudafrica, Filippine, Congo, Thailandia e Nepal e alle spalle di Suriname, Trinidad e Tobago, Israele, Grecia e Cile. Da notare come la maggior parte degli Stati sopra menzionati non vanta una grande tradizione democratica: basti pensare al Congo (uno dei Paesi più poveri del mondo) o a Israele (che continua a colonizzare indisturbata i territori Palestinesi).
Chi ritiene che l’Italia sia un Paese libero, dunque, sarà costretto a ricredersi.
E non ci vuole molto a capirlo, basta accendere la tv ad una qualsiasi ora del giorno per ammirare programmi demenziali e telegiornali infarciti di gossip e cronaca nera: gli effetti reali della crisi economica sulla popolazione vengono continuamente mascherati e col tempo anche la popolazione ha perso gran parte della sua rabbia, come se ci si volesse continuare ad illudere che, tutto sommato, le cose vanno piuttosto bene.
In Europa Occidentale l’Italia è penultima e sola, insieme alla Turchia, ad avere una stampa semi-libera.
In tal senso è illuminante la dichiarazione di Jennifer Windsor, direttore esecutivo di Freedom House: “La libertà d’espressione è fondamentale per tutte le altre libertà.
L’ordinamento legislativo, le elezioni libere, i diritti delle minoranze, la libertà d’associazione, e un governo responsabile dipendono da una libertà di stampa che può mettere in pratica la sua funzione di controllo e vigilanza”.
Esaminando i punti citati da Windsor si comprende per quale motivo l’Italia si trova al 72° posto in classifica: le elezioni sono libere, certo, ma il loro esito è fortemente condizionato dalle televisioni (praticamente tutte controllate da Berlusconi), per non parlare del continuo aumento degli astenuti.
I diritti delle minoranze vengono continuamente soffocati (vedi il “caso Rosarno” e gli sgomberi dei Rom). Il “caso Scajola” testimonia del livello di corruzione dei nostri governanti.
Tutte notizie che vengono trattate piuttosto marginalmente dai nostri media, nonostante la libertà di stampa sia tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione.
E pensare che fino al 2003 eravamo messi molto meglio, visto che la nostra stampa era ancora considerata libera.
A partire dal 2004 Freedom House ha relegato il nostro Paese in “seconda fascia”.
“Il ritorno al potere di Berlusconi nell’aprile 2008 – recita il rapporto dell’organizzazione statunitense – gli ha permesso nuovamente di poter controllare fino al 90% delle emittenti televisive nazionali, mediante gli sbocchi alle televisioni pubbliche e le sue partecipazioni ai media privati. Il primo ministro è il principale azionista di Mediaset, del principale editore nazionale Mondadori e della più grande concessionaria di pubblicità Publitalia”.
Unico motivo di “consolazione” per l’Italia è che la libertà di stampa è globalmente diminuita per l’ottavo anno consecutivo, con un calo netto soprattutto nell’Africa Sub-Sahariana, nell’America Latina e nel Medio Oriente. L’unica area geografica a migliorare è l’Asia del Sud.
Sempre secondo il rapporto di Freedom House “Russia, Cina e Venezuela hanno sistematicamente violato la libertà di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione.
Gli ultimi Paesi in classifica sono Libia, Birmania, Turkmenistan e Corea del Nord, mentre i primi si confermano Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. Gli Stati Uniti sono ventiquattresimi.
La Giornata Mondiale sulla Libertà di Stampa si celebra ogni anno il 3 maggio ed è stata istituita dall’Onu per promuovere l’informazione libera e ricordare i giornalisti morti facendo il loro mestiere.
In Italia si è celebrata nel totale silenzio di tutti i mezzi di informazione.
Davide Falcioni
http://www.inviatospeciale.com
L’Italia, classificandosi al settantaduesimo posto, è stato giudicato un Paese parzialmente libero al pari di Sudafrica, Filippine, Congo, Thailandia e Nepal e alle spalle di Suriname, Trinidad e Tobago, Israele, Grecia e Cile. Da notare come la maggior parte degli Stati sopra menzionati non vanta una grande tradizione democratica: basti pensare al Congo (uno dei Paesi più poveri del mondo) o a Israele (che continua a colonizzare indisturbata i territori Palestinesi).
Chi ritiene che l’Italia sia un Paese libero, dunque, sarà costretto a ricredersi.
E non ci vuole molto a capirlo, basta accendere la tv ad una qualsiasi ora del giorno per ammirare programmi demenziali e telegiornali infarciti di gossip e cronaca nera: gli effetti reali della crisi economica sulla popolazione vengono continuamente mascherati e col tempo anche la popolazione ha perso gran parte della sua rabbia, come se ci si volesse continuare ad illudere che, tutto sommato, le cose vanno piuttosto bene.
In Europa Occidentale l’Italia è penultima e sola, insieme alla Turchia, ad avere una stampa semi-libera.
In tal senso è illuminante la dichiarazione di Jennifer Windsor, direttore esecutivo di Freedom House: “La libertà d’espressione è fondamentale per tutte le altre libertà.
L’ordinamento legislativo, le elezioni libere, i diritti delle minoranze, la libertà d’associazione, e un governo responsabile dipendono da una libertà di stampa che può mettere in pratica la sua funzione di controllo e vigilanza”.
Esaminando i punti citati da Windsor si comprende per quale motivo l’Italia si trova al 72° posto in classifica: le elezioni sono libere, certo, ma il loro esito è fortemente condizionato dalle televisioni (praticamente tutte controllate da Berlusconi), per non parlare del continuo aumento degli astenuti.
I diritti delle minoranze vengono continuamente soffocati (vedi il “caso Rosarno” e gli sgomberi dei Rom). Il “caso Scajola” testimonia del livello di corruzione dei nostri governanti.
Tutte notizie che vengono trattate piuttosto marginalmente dai nostri media, nonostante la libertà di stampa sia tutelata dall’articolo 21 della nostra Costituzione.
E pensare che fino al 2003 eravamo messi molto meglio, visto che la nostra stampa era ancora considerata libera.
A partire dal 2004 Freedom House ha relegato il nostro Paese in “seconda fascia”.
“Il ritorno al potere di Berlusconi nell’aprile 2008 – recita il rapporto dell’organizzazione statunitense – gli ha permesso nuovamente di poter controllare fino al 90% delle emittenti televisive nazionali, mediante gli sbocchi alle televisioni pubbliche e le sue partecipazioni ai media privati. Il primo ministro è il principale azionista di Mediaset, del principale editore nazionale Mondadori e della più grande concessionaria di pubblicità Publitalia”.
Unico motivo di “consolazione” per l’Italia è che la libertà di stampa è globalmente diminuita per l’ottavo anno consecutivo, con un calo netto soprattutto nell’Africa Sub-Sahariana, nell’America Latina e nel Medio Oriente. L’unica area geografica a migliorare è l’Asia del Sud.
Sempre secondo il rapporto di Freedom House “Russia, Cina e Venezuela hanno sistematicamente violato la libertà di internet e dei nuovi mezzi di comunicazione.
Gli ultimi Paesi in classifica sono Libia, Birmania, Turkmenistan e Corea del Nord, mentre i primi si confermano Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. Gli Stati Uniti sono ventiquattresimi.
La Giornata Mondiale sulla Libertà di Stampa si celebra ogni anno il 3 maggio ed è stata istituita dall’Onu per promuovere l’informazione libera e ricordare i giornalisti morti facendo il loro mestiere.
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matrona- Collaboratore
- Numero di messaggi : 604
Data d'iscrizione : 12.07.09
Età : 37
Località : Menzoberranzan, Forgotten Realms
Re: Libertà di stampa
Quest'articolo, non vuole essere una critica al governo attuale, ma alla mancanza di informazione e di superficialità del popolo italiano, che si accontenta di tette, culi e di una palla che rotola!!!
matrona- Collaboratore
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