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Le sfere del fiume Me Kong

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Messaggio Da Mik Darko Dom Lug 19, 2009 11:51 pm

Decine di luci di sfere di luce salgono dal fiume Me Kong verso il cielo durante la festa della Luna Piena, a Nong Khai, in Thailandia.

Le sfere del fiume Me Kong Naga00


Il Mê Kông è il fiume più lungo e importante dell'Indocina, e uno dei maggiori di tutta l'Asia. Nasce in Tibet e dopo un percorso di circa 4500 Km sfocia nel Mar Cinese Meridionale. Le sue acque bagnano le rive di molti paesi, tra cui anche Nong Khai (615 Km da Bangkok). Qui, ogni anno, durante la Festa della Luna Piena, che cade verso la fine di ottobre, accade qualcosa di surreale: centinaia di sfere di luce fuoriescono dal fiume per salire al cielo.

Chiunque può assistere a tal fenomeno, di cui tra l’altro ha parlato anche il Dott. Roberto Giacobbo nella puntata del 16 aprile 2007 di Voyager, su Rai 2. La quaresima buddhista dura tre mesi e termina in un giorno di luna piena in ottobre, a memoria della notte nella quale morì Buddha. Il messia morì infatti in una notte di luna piena a Kusinara, proprio nel mese di Karttika (ottobre-novembre) del calendario buddhista. Ciò non può che rendere ancor più suggestivo il fenomeno.

La gente accorre da tutta la Thailandia per assistere al prodigio, il quale si manifesterebbe non solo a Nong Khai, ma anche di altre città situate lungo il fiume, come ad esempio a Phon Phisai. Secondo gli abitanti della zona, responsabili del fenomeno sarebbero i Naga, un mitico popolo rettiloide che secondo la leggenda vivrebbe tutt’ora nelle profondità del fiume (in sanscrito "nag-" significa proprio serpente). Si tratterebbe di un'antica razza di uomini-serpente presente nella mitologia induista vedica e nella tradizione orale risalente al V millennio a.C.; storie di Naga fanno ancora parte della tradizione popolare di molte regioni a predominanza indù (India, Nepal, Bali) e buddhista (Sri Lanka, Sud-Est asiatico). Essi vivrebbero nel Patala, il settimo regno degli Inferi. Un re naga protesse Buddha sotto un grande albero per sette giorni e sette notti. Spesso vengono raffigurati a sette teste, simboleggianti le sette razze costituenti la società dei Naga. Evidente è l’importanza del numero sette nelle tradizioni di quell’angolo del mondo. Ad Angkor Wat vi sono ancora molte statue raffiguranti Naga a sette teste. Essi sarebbero pacifici, ma possono diventare pericolosi nei riguardi di chi non rispetta la Terra, l’ambiente in cui vive. Vivrebbero ancora oggi in città sotterranee (una di queste si chiamerebbe Muang Badan), i quali accessi si troverebbero nascosti sul fondo di pozzi, laghi e profondi fiumi. Il Mê Kông è navigabile per buona parte del suo corso, essendo abbastanza profondo. Di conseguenza, potrebbe essere adatto a nascondere nelle sue profondità segreti di questo tipo.

Sarebbero proprio i Naga, secondo la tradizione, i responsabili del sorprendente fenomeno dei globi infuocati visibili nel giorno della Luna Piena lungo il corso d’acqua. "Le palle di fuoco” dice un turista “non sono ferme a mezz'aria, esse nascono davvero dal fiume e si muovono verso di noi". I colori di queste varierebbero, dal rosso, al verde e al giallo.
Qui di seguito, riportiamo un paio di interessanti testimonianze:

"Le meraviglie naturali consistono in fiammate provenienti da sott'acqua dal fiume Mê Kông che improvvisamente si slanciano verso l'alto e continuano a muoversi verso il cielo prima di scomparire nella notte. Le fiamme non hanno fumo, né odore, né suono. Le palle sono piccole e la loro dimensione varia da quella di un pollice a quella di un uovo. Possono essere di colore rosa, rosa-rosso e verde".

"Se avete dimestichezza con i fuochi d'artificio conoscerete i tubi che sparano un numero definito di globuli di fuochi d'artificio dopo essere stati accesi. Circa una dozzina. Queste palle sono simili, eccetto che sono più larghe delle palle di fuoco, sono circa della dimensione di una arancia e sono di diverso colore. Tutte le palle di fuoco che vedemmo noi sul Mê Kông erano rosse e non ci fu mai un'esplosione. Sembra che esse nascano proprio dall'acqua e poi salgono verso il cielo per circa 100 piedi, ma potrei sbagliarmi del tutto in considerazione del fatto che quando le osservammo ero stupefatto e non stavo pensando propriamente a questo".
Una sera, in due ore, vennero viste più di 170 sfere fuoriuscire dal fiume e dirigersi verso il cielo, sotto gli occhi di centinaia di turisti. Sembrerebbe che il fenomeno si stia espandendo anche in altre zone, sempre lungo il corso dello stesso fiume. Ancora oggi, nessuno è riuscito a venire a capo del mistero. Gli scienziati credono che possa trattarsi di un fenomeno naturale, ma ammettono di non aver mai visto niente di simile.

Secondo i marinai malesi, i Naga hanno l'aspetto di draghi con molte teste; in Thailandia e Giava, sono divinità della prosperità; in Laos sono enormi serpenti acquatici. Nel 1968 alcuni membri delle Forze Armate Statunitensi pescarono un insolito serpente acquatico proprio nelle acque del fiume Mê Kông e lo battezzarono “Re dei Naga”. Si trattava di un vero fenomeno della natura: lungo 7 metri e 80 centimetri, venne inviato in America ed esaminato in un laboratorio. Gli scienziati dichiararono l’assoluta unicità del “mostro”, il quale tra le altre cose aveva sangue verde. Ben presto, tuttavia, proprio come accadde per il ritrovamento della tomba di Tutankhamon, si iniziò a parlare di una maledizione: di tutti gli uomini che issavano quell'enorme pesce nella foto scattata poco dopo il ritrovamento, solamente otto o nove sopravvivono ancora oggi. Ma parlare di una maledizione ci sembra troppo, dato che i decessi avvennero nel corso di trent’anni dallo spettacolare rinvenimento e solo tre di essi morirono in maniera orribile.

Per concludere, sarà utile parlare del Fuoco di Sant’Elmo, fenomeno che forse potremmo associare a quello delle sfere di fuoco del fiume Mê Kông. Esso prende il nome da Erasmo da Formia (detto anche Sant'Elmo), il santo patrono dei naviganti (che consideravano la sua comparsa di buon auspicio). Una leggenda narra che quando il santo venne arso vivo, forse sotto Diocleziano, sulla cima della pira del rogo si vide comparire una fiamma bluastra, ritenuta dai presenti l'anima del Santo che si innalzava al cielo.

Si tratta di scariche elettro-luminescenti provocate dalla ionizzazione dell'aria durante un temporale, all'interno di un forte campo elettrico. Anche se viene chiamato "fuoco", quello di Sant'Elmo è in effetti una specie di plasma, causato dalla massiccia differenza di potenziale atmosferico, combinata all'effetto punta. Il fenomeno sarebbe stato già osservato in tempi antichi. Nell'antica Roma, l'apparire di un fuoco singolo era chiamata Elena, se doppio invece era detto Castore e Polluce. Non abbiamo la certezza che il fuoco di Sant’Elmo abbia a che fare con le sfere del fiume Mê Kông, tant’è che tale fenomeno scaturisce unicamente da strutture alte e appuntite, come guglie, ciminiere e alberi maestri delle navi (comunque sia, oggetti fuori dall’acqua).

Per il momento, rimangono ancora molti dubbi. Speriamo di saperne di più in un prossimo futuro.

Autore: Dott. Giorgio Pastore

Fonte:[url]http//:www.croponline.org/[/url]
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