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Mitologia cinese e giapponese

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Messaggio Da matrona Lun Nov 08, 2010 10:03 pm

ABIDA
Divinità dei Calmucchi (Mongolia), aveva il compito di purificare, con un soffio, lo spirito dei defunti, e di trasportarlo in un luogo di riposo.

AIJUKAL
Idolo della Mongolia con tre teste e dieci mani.

AIZEN MYOO
Divinità giapponese importata dall'India. Aveva il potere di calmare le passioni e di infondere sentimenti di benevolenza e di pietà. Era raffigurata con tre occhi e sei braccia e seduta su un fiore di loto col viso corrugato.

AMANO-UZUME
Dea della danza.

AMATERASU
Figlia di Izanagi e di Izanami, dea del sole e progenitrice degli imperatori Giapponesi. Il nome completo e Amaterasu-o-mi-kami. Si dice che Amaterasu litigò col fratello Susano-o dio della tempesta. Stando uno da una parte e l'una dall'altra si insultavano, dalla loro rabbia nacquero altre divinità che furono causa di ulteriori liti. Non potendone più della insolenza del fratello, Amaterasu si nascose in una grotta portando con se il sole lasciando così il mondo nell'oscurità. Gli dei cercarono di rabbonirla facendogli dono di uno specchio, una collana e delle stoffe, ma non ottennero nessun risultato. Allora gli mandarono Amano-uzume dea del riso, e della danza la dea si mise a ballare allegramente davanti alla grotta, incuriosita la dea uscì e così il sole tornò a splendere sulla terra. Susano-o fu bandito in esilio a Izumo, dove sposò una fanciulla che stava per essere sacrificata ad un drago. i loro discendenti regnarono in Giappone finché non furono sottomessi dai discendenti di Amaterasu.

AME-NO-MINAKA-NUSI
Era uno degli dèi Kami, divinità invisibili. I Kami furono: Ame-no-Minaka-Nusi, Il signore dell'eccelso centro del cielo; Toka-mi-Masubi, Il divino produttore; Umasi-asi-Kabi-Nikogi, Il principe antico leggiadro virgulto di giunco; Ame-no-Toko-taci, Il dio che resta sempre sulla terra; Toyo-kumu-nu, Il signore integrante; Questi dèi furono succeduti da sette generazioni divine. Dal Caos, quando parte della materia precipitò in basso si formarono i cieli e nel cielo più alto da soli si generarono i Kami.

AMIDA
Divinità giapponese, prevosta alla custodia e difesa dell'anima umana contro le tentazioni.

BEG-TSE
Signore della guerra, dio guerriero nel Tibet.

BENTEN
divinità femminile della mitologia Giapponese, appartenente al gruppo delle sette divinità della Felicità.

BOGDO LAMA
Uno degli dèi supremi mongoli.

BURCANI
Secondo la credenza tibetana, erano le anime purificate.

CANG-Y
Divinità cinese che aveva il supremo arbitrio sul Bene e sul Male.

CARRI DEL SOLE E DELLA LUNA
Il concetto della Luna e del Sole come carri. Gli antichi immaginavano che questi corpi celesti erano dei carri che volavano nel firmamento. L'idea del carro del sole e della luna si ritrova nella cosmogonia di molti popoli, quali: Egizi, indiani d'America, germanici, Indiani, Israeliti, Greci, Romani ecc. ecc..

CHANG-TI
Supremo dio dell'olimpo cinese, aveva aspetto umano e il capo ornato da corna falliche. Ritenuto il padre del genere umano

CHICHIMUNI
Con questo nome i Mongoli adoravano il loro dio Sommono-Codon.

COANA FORS
Per i Tartari era il dio dei morti.

DAIKOKU
Piccolo e panciuto dio giapponese, era l'apportatore di fortuna e prosperità.

DEI DELLA FELICITÀ
sette divinità giapponesi appartenenti al buddismo popolare: Ebisu, dio della pesca; Daikoku, dio della fortuna; Benten, dea delle arti; Fukurokuju, dio della popolarità; Bishamon, dio della guerra; Jurojin, dio della longevità; Hotei, dio della giovialità.

DRAGO
o dragone, mostro favoloso che si ritrova in tutte le antiche mitologie. Rettile alato con ali di pipistrello, con testa di cane, zampe di leone, e bocca con una o più lingue che vomita fuoco e fiamme. Nella letteratura e nell'arte cinese, è uno degli elementi più comuni, ed è considerato un essere benefico. Nella tradizione occidentale, invece, è generalmente identificato con un'entità malvagia e nemica dell'uomo, che solo un eroe può sconfiggere. Secondo la mitologia greca, trainava il carro di Cerere, e un drago dalle cento teste custodiva l'ingresso dell'Orto delle Esperidi e il Vello d'oro. Nella mitologia nordica e germanica, il "Lindwurm", stava a custodia del tesoro dei Nibelunghi, finché non fu ucciso da Sigfrido. Nelle antiche leggende cristiane e cavalleresche è una delle incarnazioni del demonio: lo si raffigura lottante e sopraffatto dall'arcangelo Michele e da s. Giorgio.

EBISU
nella mitologia giapponese, il terzo figlio di Izanami e Izanagi, una delle sette divinità della Felicità e dio della pesca. La festa in suo onore viene celebrata il ventesimo giorno dell'undicesimo mese lunare, quando i fedeli compiono un pellegrinaggio ai templi del dio, portando delle offerte.

EKE-BORKHAN o Dara-Eke
nella religione mongola, dea madre di Buddha, corrispondente alla divinità indiana Tara.

ERLIK-KAN
Dio Calmucco (Mongolia) dell'Inferno e punitore dei malvagi.

FELO
Cinese inventore del sale. Sdegnato dell'ingratitudine dei compaesani, lascia la Cina e tornerà soltanto quando ci sarà la fine del mondo.

FENICE
Mitico uccello che giunto a tarda età si uccideva sopra un rogo e poi rinasceva dalle proprie ceneri. I Cinesi avevano un mitico uccello dal corpo di Drago e testa di Fagiano, simbolo dell'immortalità e fregio dell'imperatrice.

FUHI
Cinese che insegnò agli uomini a costruire armi di legno. Lo seguì Scimung che inventò armi di pietra e susseguì Cigu che inventò armi di metallo.

FU XI
Il primo dei tre sovrani che insegnò agli uomini l'uso delle reti da pesca, delle funi annodate per fare i calcoli, degli strumenti musicali e del fuoco. Molto insolito il suo concepimento, infatti la madre restò gravida nel momento in cui mise il piede sull'orma di quella lasciata da un dio.

GUEDSUR
Sovrano delle dieci contrade dell'Universo. Principale dio dei Tartari.

HACHIMAN
nella mitologia scintoista è il dio della guerra, incarnazione dell'imperatore Ojin.

HARITI
Divinità tibetana, dea della fecondità, proteggeva dal vaiolo. Aveva dei brutti figli; ben cinquecento demoni cannibali

HODO-DEMI
Dio della caccia e nonno del primo imperatore giapponese.

HO-DERI
Dio della pesca.

HO-MUSUBI
dio del fuoco nel pantheon scintoista. Viene ritenuto figlio delle divinità Izanagi ed Izanami, quest'ultima morta nel partorirlo.

HU-TU
In Cina con questo nome veniva adorata la Terra che assieme al Cielo costituivano le maggiori divinità.

IZANAGI e IZANAMI
Divinità giapponesi, costituite dal maschio invitante o Izanagi e dalla femmina invitante o Izanami. Da un uccello appresero la pratica dell'amore, Izanami invita il fratello a mettere in pratica quanto appreso e generarono un figlio mostruoso che abbandonarono al suo destino su una zattera. I due salirono al cielo per chiedere agli altri dèi ulteriori informazioni sull'amore, e furono messi a conoscenza che il figlio era nato male perché di certe cose deve essere il maschio a parlarne per primo. Quindi ritornati sulla terra mettono in pratica quanto di nuovo appreso e generarono le isole Awaji, Ikishima, Kyushu, Hondo, Oki, Sado e Tsushima. Continuando le pratiche amorose generarono anche le divinità della natura, ma il parto del dio del fuoco causa la morte per ustioni della madre Izanami. Disperato per la perdita di Izanami, Izanagi discende nel regno dei morti per riprenderla, la voce di Izanami raccomanda allo sposo di fare strada e di non girarsi a guardarla, ma Izanagi accendendo un dente del suo pettine vede che al posto della moglie c'è un mucchio di polvere e di vermi, inorridito fugge e così facendo non può più riavere la moglie. Tornato sulla terra Izanagi si purifica con dei lavacri e dalle parti bagnate del suo corpo nascono ventisei divinità. Dal naso nacque Take-Haya- Susano-o-nomikoto dio della tempesta. Dall'occhio destro Tsuki-Yomi-no-kami dea della luna e dall'occhio sinistro Amaterasu-o-mi-kami dea del sole.

YAMATA NO OROCHI
nella mitologia scintoista giapponese indica il drago con otto teste che dopo aver devastato il paese di Izumo, venne ucciso da Susanoo. Nella sua coda venne ritrovata la spada magica che fa parte del tesoro sacro imperiale.

JEBISU
Fratello del giapponese dio sole, dio dei mercanti e dei navigatori.

KAGROMA
divinità buddiste del Tibet di origine indiana, spose di altri dei detti Ydam, dei quali sono considerate l'energia attiva. I tibetani ottengono la loro protezione con offerte votive di carne e bevande fermentate.

KANNON o Kwannon
termine giapponese, di derivazione cinese (Kuan-yin) che designa la divinità del Bodhisattva Avalokitesvara, adorata per la sua misericordia, e rappresentata, nell'iconografia, in sette forme femminili con diverso numero di braccia, teste e gambe.

KENRESI
I Tibetani credevano fosse il creatore del genere umano.

ICHJIOTEN
Dea giapponese della fortuna.

KI-LIN
Nel mito cinese e giapponese sono degli animali dotati di anima e di ragione. Amichevoli verso l'uomo predicono avvenimenti importanti.

KIN-KUE YU-CEN T'IEN TSUN
Divinità rappresentante il futuro. Il nome così astruso significa: Aurora di Giada della Porta d'Oro.

K'NEI SING
Dio dei letterati e degli esami. Viene raffigurato in piedi su una tartaruga.

KUSANAGI NO TSURUGI
«la spada falciaerba», nella religione scintoista il nome indica la spada trovata all'interno della coda di un drago dal dio Susanoo. Questi la consegnò ad Amaterasu che a sua volta la fece pervenire a Ninigi no Mikoto e, sceso sulla terra con K., l'arma divenne uno dei tre gioielli imperiali.

KOJIKI

termine giapponese che significa "memoria degli antichi fatti"; si tratta della più antica storia giapponese (in tre libri), scritta verso il 712, per volere dell'imperatrice Genmei, da Ono Yasumaro. Vi sono narrate, tra storia e mitologia, le origini della famiglia imperiale e le vicende di questa fino al 628. Ritenuto il testo sacro dello shintoismo, è di fondamentale importanza per la conoscenza delle più antiche fasi della lingua.

KOMPIRA

In Giappone è il dio che protegge tutti coloro che viaggiano per mare e per terra.

KONOHANA-SAKUYA-HIME
Dea alla quale è affidata la custodia del Fujiyama montagna ritenuta sacra. Il nome di questa dea vuol dire Principessa dell'albero fiorito. Suoi attributi sono: un ramo fiorito e uno specchio che regge nella mano destra.

KOTOHIRA
Dio dei navigatori e dei viaggiatori.

KUAN-YIN
Dea protettrice dell'infanzia e delle donne.

KUEI
Spiriti malvagi

KURUDU

I Tibetani per recitare tutte le loro preghiere agli dèi, usavano scriverle e quindi riempire con questi scritti un tamburo chiamato Kurudu e quindi facendolo ruotare era la stessa cosa che recitarle.

LIN-CU
E qua ci troviamo di fronte a qualcosa che lascia un po sbigottiti per la definizione. Vediamo qual'è: maiale trascendente, spirito protettore dei maiali.
Nel dizionario del Devoto-Oli cosi viene definita la parola trascendente: aggettivo. Non riconducibile alle determinazioni dell'esperienza, in quanto sussiste indipendentemente dalla realtà di cui è peraltro il presupposto (contrapposto a immanente): Dio è t.; le idee platoniche sono t. rispetto alle cose empiriche.

LOKAPALA
Sono i guardiani dei punti cardinali. Essi sono: Vaisravana, il guardiano del nord e re delle fate e dei semidei; Viridhaka, il guardiano del sud e re degli gnomi; Dhritarastra, guardiano dell'est e re dei centauri; Vimpaksa, guardiano dell'ovest e re dei naga e dei nagini, uomini e donne dal corpo terminante in coda di serpente. Le nagini avevano seni rotondi e prosperosi ed erano molto generose delle loro grazie.

MAIDARIN
Una della principali divinità dei Calmucchi (Mongolia). Rappresentava la sapienza e la forza.

MARIS
Giapponese dio guerriero, cavalca un porco.

NIEU WANG
Spirito che proteggeva i bovini.

NIHONGI
Opera letteraria in 30 libri che narra miti e vicende storiche del Giappone. Altra opera simile e più importante è il Kojiki.

NI-NI-FO
Divinità cinese dell'amore sensuale. Sicuramente sarebbe stato molto apprezzata da Platone se ne avesse conosciuta l'esistenza.

NIU LANG
era il guardiano della Via Lattea e dei due giovani amanti Niu Lang e Zhi Nu.

NU GUA
Dea dal dorso umano e dal corpo di serpente. Gli si attribuisce la colpevolezza di avere creato con l'argilla gli uomini, usando per modellarli prima le mani e dopo degli attrezzi, determinando a questa maniera la differenza fra nobili e plebei.

OSHIMO-MIMI
Figlio di Amaterasu, fu mandato ad occupare le isole del Giappone governate dai discendenti di Susano-o. L'impresa però fu portata a termine dal figlio Ninigi.

PADMAPANI
Nel Tibet era una divinità pietosa che toglieva i dolori alle creature.

PAN-KU
Nella mitologia cinese era il gigante che lavorò diciottomila anni per mettere ordine nel Caos. Alla sua morte i suoi occhi si mutarono nel sole e nella luna, i capelli in alberi, i denti in montagne, la voce in tuono e il sangue in fiumi. Dai vermi della sua putrefazione nacquero gli uomini.

NIU LANG IL PASTORE E ZHI NU LA TESSITRICE
Mito cinese
Il Pastore Niu Lang (la stella Altair) viveva solo ed era molto povero; possedeva solo un vecchio bue e un pezzetto di terra. Il bue era però un genio buono e, un giorno che vide il suo padrone particolarmente melanconico, così gli parlò: «Non affliggerti della tua solitudine, Pastore. Se seguirai i miei consigli, ti aiuterò a trovare moglie». Il mattino dopo, secondo le indicazioni del bue, il Pastore si recò in un punto dove il fiume formava un'ansa di acque tranquille. Nascosto dietro ai giunchi, il giovane osservò pieno di stupore la scena che gli si parava davanti. Tra le ninfee fiorite, c'erano sette fanciulle bellissime che stavano facendo il bagno; ridevano e lanciavano gridolini di gioia, del tutto ignare d'essere osservate. Erano le fanciulle celesti, scese sulla terra per rinfrescarsi un po'. Il giovane si avvicinò cauto alle vesti abbandonate sulla riva e ne rubò una, quindi corse a nasconderla dietro casa. Quando tornò al fiume, vide che tutte le fanciulle celesti erano risalite in cielo tranne una. Appena scorto il Pastore la ragazza si mise a protestare: «Io sono Zhi Nu (la stella Vega) la Tessitrice, figlia dell'Augusto di Giada, Imperatore del Cielo! Presto, ridammi la mia veste! Senza di essa non posso tornare a casa». «Neanche per sogno!» ribatte il Pastore., «Tu sarai la mia sposa». La Tessitrice ci pensò un po' sopra, poi accettò. Così i due si unirono in matrimonio, e dopo qualche anno nacquero un figlio e una figlia.
Un giorno la Tessitrice disse al marito: «Mio caro, adesso che siamo sposati da molto tempo puoi anche ridarmi la veste». Il Pastore pensò che ormai era inutile tenerla nascosta e la restituì alla moglie. Non l'avesse mai fatto! La Tessitrice, appena indossato l'abito, s'alzò in volo e sparì rapidamente nel cielo, lasciando il marito a bocca aperta. Ma il bue disse: «Non temere. Appendi due cesti a un bastone e sistemaci i bambini. Poi caricali sulle spalle e attaccati alla mia coda». Il Pastore fece quanto gli era stato detto, e in un baleno il bue schizzò verso il cielo, portandosi dietro il Pastore con i suoi figli. Appena giunto in cielo, il Pastore si recò al meraviglioso palazzo dell'Augusto di Giada. Entrò in un grande salone: il pavimento era tutto di soffici nuvole, mentre il soffitto mostrava un'ampia volta di arcobaleni sostenuti da pilastri di giada. Seduto su un trono d'oro e d'argento c'era l'Augusto, che si rivolse al Pastore con queste parole: «Giovane uomo, quale destino ti guida nei luoghi eterni delle stelle?» Il Pastore raccontò delle sue disgrazie e supplicò l'Augusto di restituirgli la moglie. L'Imperatore chiamò la figlia e volle conoscere ogni cosa. «Grande Padre» spiegò la Tessitrice «io amo mio marito e i miei figlioli, ma sono una creatura celeste, e non potevo più vivere sulla terra. Ecco perché sono fuggita». L'Augusto si rivolse al Pastore e alla Tessitrice: «Poiché quest'uomo ha sposato mia figlia, una fanciulla divina, io gli concedo l'immortalità. Vivrà per sempre nel cielo accanto a sua moglie». I due si rallegrarono, ma l'Augusto di Giada continuò: «Però gli sposi devono anche essere puniti per i loro inganni. Così io metto tra loro un fiume celeste, la Via Lattea, che li separi per sempre». Il Pastore e la Tessitrice piansero molte lacrime per questo castigo e andarono mestamente a collocarsi nel luogo che era stato loro assegnato dall'Augusto. Ancor oggi chi alza gli occhi al cielo li può vedere: da una parte la costellazione della Tessitrice, che gli uomini d'Occidente chiamano Aquila, e dall'altra parte la costellazione del Pastore, chiamata anche Lira. In mezzo a loro c'è un fiume di stelle, la Via Lattea. Gli dèi però ebbero pietà dei due innamorati e si recarono dall'Augusto di Giada affinché alleviasse la loro pena. L'Augusto concesse allora che una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese, i due sposi potessero incontrarsi. In quel giorno tutte le gazze salgono in cielo con un rametto nel becco e intrecciano un grande ponte sul fiume di stelle. Il Pastore può finalmente raggiungere la sua amata e abbracciarla. La Tessitrice allora piange di gioia e le sue lacrime cadono sulla terra come pioggia benefica. E se un innamorato è lontano dall'amata e si sente triste, basta che cerchi nel cielo il Pastore e la Tessitrice: lo consoleranno con le loro stelle scintillanti. Tratto da "Miti e leggende di tutti i tempi"

PI-HIA-YUAN-KUN
Dea protettrice delle donne.

PUSSA
Inventore della porcellana. Si suicidò perché il vasellame posto nel forno scoppiava.

PU-TAI
Dio della contentezza, figurato con la pancia in aria semisdraiato.

SEN-TSU e YULEI
Erano due fratelli guerrieri simili ai dioscuri. In Cina le loro effigi erano messe ogni anno sulle porte a custodia delle case.

SHEN
Spiriti benefici.

SHEN NONG
Fu il secondo sovrano divino, inventò l'aratro, insegnò agli uomini la coltivazione e assaggiò personalmente i semi di tutte le piante, per scoprire quali fossero velenosi e quali commestibili.

SUDARSOMA
Nella mitologia tibetana è la città circondata da sette cerchia di mura d'oro, sorgeva in cielo ed era abitata da trentatrè dèi.

SUSANO-O
Il suo nome completo è Take-Haya-Susano-o-mikoto e significa Maschio augusto, impetuoso, veloce e prode. Figlio di Izanagi e di Izanami e dio della Tempesta.

TÀO
se, strada, nell'antica filosofia della Cina, il principio assoluto dell'ordine cosmico e dei destini umani risultato dell'alternanza di opposti, di forze complementari, di yin e yang.

T'AO-T'IE
Maschere mostruose di animali, munite di corna. Servivano a tenere lontano gli spiriti maligni.

TENGU
nella religione scintoista, esseri mitici venerati in molti templi, raffigurati come personaggi giganteschi, con ali e naso molto lunghi.

TIEN
Nella mitologia cinese era la personificazione del Cielo ispirava la morale.

TOKONOMA
I Giapponesi erano soliti tenere a casa questo altarino di legno che imita le forme di un tempio scintoista con in cima una capannina che contiene le tavolette su cui sono scritti i nomi degli dèi della quale si vuole avere la presenza.

TSAM-SRING
Nel Tibet era il dio della guerra.

TS'AN NU
Nella Cina era la protettrice dei bachi da seta. Paragonabile a Venere era la concubina di Yu-huang.

TSAO
Uno dei riti principali previsti dalla religione cinese per proteggere la casa.

TS'I-KU-NIANG
Dea che proteggeva le ragazze da marito.

TSU-YU
Nella mitologia cinese era il divino arciere e uccideva le sue vittime con strali di fiamma, si nutriva di fiori e dopo avere ucciso tutti i mostri andò ad abitare sulla luna.

URUTKE
Spirito che proteggeva la foresta siberiana Taiga

VECCHIO DELL'OBI
Dio protettore della pesca, ovviamente aveva forma di pesce.

WEI TO
Capo dei generali celesti

YAMATA NO OROCHI
nella mitologia scintoista giapponese indica il drago con otto teste che dopo aver devastato il paese di Izumo, venne ucciso da Susanoo. Nella sua coda venne ritrovata la spada magica che fa parte del tesoro sacro imperiale.

YI-DAM
Si possono definire gli angeli custodi dei monaci tibetani. Questi numi possono avere due aspetti; sereno o terrificante.

YU-HUANG
Dio del presente.

PAGODA
monumento sacro buddista, molto diffuso in Cina, India, Giappone. Ha in genere forma piramidale, con base ottagonale, con numerose costruzioni annesse per essere adibite ad abitazione, piscine e ricoveri per pellegrini. Alte mura proteggono l'insieme perché gli stranieri e quanti appartengono a una classe inferiore non possano accedervi. Costruite in mattoni o pietra e qualche volta in legno a protezione contro le scosse sismiche: hanno ricche decorazioni fantastiche e sculture. La fantastica pagoda di Nanchino, era tutta di porcellana e alta 80 m. È andata distrutta nel 1853.

MONGOLI
popolazione di stirpe mongolica a cui appartengono gli indigeni e le popolazioni dell'Asia orientale e centrale. I caratteri fisici dei Mongoli sono assai variabili in relazione al colore della pelle; tuttavia si possono definire alcuni caratteri fondamentali tra cui corpo glabro, cranio largo, zigomi sporgenti e adiposi con rima palpebrale accentuata, che ricopre il condotto lacrimale. Il naso è piatto sebbene non particolarmente largo. Ai Mongoli appartengono numerosi ceppi di tribù nomadi. Originariamente i Mongoli erano sparsi in tribù di pastori nomadi sempre al seguito delle migrazioni degli armenti alla ricerca del cibo; fu solo verso il sec. XIII che trovarono sotto la guida di Gengis Khan l'unità che permise a loro di conquistare con una forza ed una brutalità inaudita vastissimi territori dell'Asia, spingendosi in Europa fino a Budapest ed alla Slesia. Impareggiabili cavalieri ed arcieri, traevano la loro forza nella rapidità di spostamento cui erano avvezzi dalla dura vita del nomade. Tuttavia la rigida gerarchia feudale e militare, unita alla pratica pressoché esclusiva della pastorizia, impedì loro di consolidare politicamente ed economicamente il loro potere nei territori sottomessi. Da qui la causa del loro effimero passaggio nel panorama medievale europeo ed asiatico, se si escludono i quasi quattro secoli di dominazione sull'India, dal 1336 al sec. XIX, ed il relativamente breve periodo di dominazione, dal 1240 al 1368, sulla Cina da parte del nipote di Gengis Khan, Kubilai Khan, citato da Marco Polo ne Il Milione. Ricacciati in quelle stesse steppe da cui erano venuti, rapidamente i Mongoli tornarono ad essere dominati dalle popolazioni vicine, ed in particolare dai Russi.

TARTARI
o Tatari, in russo, Tatary, gruppo etico di origine turco-mongola, stanziati un tempo nella parte orientale dell'Asia. Il nome dato in origine ad una tribù stanziata in Mongolia che, poi, a seguito di Gengis khan, migrò in occidente, fondendosi con le tribù sottomesse. I discendenti si fusero con gli Slavi e i Caucasici, o mantennero omogenea la loro etnia, come in Crimea, negli Urali e in Siberia.


CALMUCCHI
popolazione nomade di razza mongolica, divisa in diversi gruppi, parte nell'Europa orientale e parte nelle steppe delI'Asia centrale, dalla Zungaria al Turkestan. Dediti prevalentemente alla pastorizia, vivono in caratteristiche tende di feltro smontabili, chiamate jurta nella loro lingua (il calmucco, è simile alle lingue mongoliche, con diversi dialetti). Praticano in maggioranza il Buddismo nelle forme del Lamaismo. Posseggono un'antica letteratura. I Calmucchi stanziati nel territorio sovietico europeo.

TIBET
Regione autonoma della Cina. Abitato da popoli guerrieri (II sec a.C.), fu unificato nel VI sec. dai signori di Yar-Kluns e costituito in regno in contrasto con la potenza cinese. Dopo aspre guerre civili e religiose, fu introdotto il buddismo (concilio di Lhasa, 792-94), attorno al quale si rafforzò la teocrazia lamaista, che assunse il potere dal XIII sec., accentrata sulla figura del dalai-lama, capo spirituale e politico, ritenuto incarnazione del divino (il primo fu Tsonkapa, 1357-1419).

grazie a demon quaid: http://unmondoaccanto.blogfree.net/?t=2974814
matrona
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