Franklyn - Questa notte ucciderò un uomo
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Franklyn - Questa notte ucciderò un uomo
Se dovessi definire Franklyn con due aggettivi direi senza dubbio "visionario" e "insolito": nel primo caso somiglia molto ad un sogno parallelo, dove la vita di qualcuno diventa motivo per intrecci e storie a catena. Nel secondo caso si capisce fin da subito che non si tratta di un film come tanti altri: le immagini e le scene iniziali danno l'idea di qualcosa di inconsueto, enigmatico e sfuggente, qualcosa di non chiaro o definito che allontana ogni minima parvenza classica.Se Dio vuole impedire il male ma non è in grado di farlo, allora non è onnipotente; se è in grado di farlo ma non vuole, allora dev'essere malvagio; se non può e non vuole, perchè chiamarlo Dio?
E anche se sembra tutto cosi lento e pacato, la vicenda non conosce sosta e si snoda lungo un percorso che si arricchisce sempre di nuovi dettagli Si tratta infatti di una storia che si comprende solo andando avanti, con un occhio a quello che è già successo dietro: i personaggi hanno tutti una loro identità e un obiettivo ben preciso e sono alla ricerca di un qualcosa che se rapportato sè stessi acquista un valore nascosto e prezioso.
Il padre che cerca il figlio dà l'idea della ricerca di un qualcosa dimenticata per strada, mai goduta e rimpianta.
La donna con istinti suicidi riflette l'immagine della figura "tormentata", stanca della vita e dei suoi inganni.
Il ragazzo che vede la "donna della sua vita", invece, rappresenta la voglia di evadere e sognare a occhi aperti e magari di trovare una persona "immaginaria" che ci corrisponda appieno, senza esprimere giudizi.
E poi c'è il guerriero della notte, colui che immagina un Mondo parallelo, vicino al nostro, e dimenticato da tutti, persino da Dio. Un posto chiamato "Città di Mezzo" dove ognuno ha bisogno di credere in qualcosa, perchè è quello a rappresentare il principale segno di riconoscimento.
Un "Mondo" popolato da umani devoti alle fedi più inconsuete, dove tutto scorre veloce e antico. E in questo inno "alla religione e alle sue espressioni inusuali, l'uomo senza volto è l'unico a non avere fede: l'unico obiettivo prefissato è di salvare una bambina e stanare il capo di una setta, chiamato "individuo" ed è disposto a tutto pur di raggiungere il suo intento. Quello che accade dopo è il giusto seguito a quanto descritto finora: per uno strano gioco del destino le storie dei 4 protagonisti troveranno un epilogo insolito e inaspettato, pieno di significati profondi sulla vita. Tutto quello che era rimasto inespresso nella prima parte del film, riuscirà a trovare una sua forma di espressione finale. Sarà un proiettile a cambiare le sorti dei giochi, un oggetto piccolo, quasi insignificante, cosi infimo e subdolo nel suo modo di agire, da insinuarsi nella vita delle persone e sconvolgerne le sorti in maniera indelebile.
E dove non c'è spazio per i sogni onirici è li che subentra la realtà dei fatti, con la sua dose di oggettiva certezza.
Non si tratta di un film facile: i temi di fondo sono la ricerca di Dio, di se stessi, dell'amore e del proprio passato e la soggettività della realtà.
E' un film che piacerà a chi ha voglia di riflettere un po' su se stessi... ovviamente è sconsigliato a chi ricerca solo un po' di evasione al cinema.
Da non perdere...
Fonte: http://www.rivistaidra.it
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