Lost - 6x14 Il Candidato
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Lost - 6x14 Il Candidato
Episodio ad alto tasso di adrenalina, dal ritmo sostenuto (soprattutto nella seconda metà), ricco di rivelazioni e colpi di scena. Nonché di emozioni forti e addii eccellenti, che non mancheranno di stupire e commuovere. Tutto questo è "Il candidato", un nuovo capitolo nella corsa a perdifiato verso la conclusione di Lost.
L’eliminazione in un colpo solo di tre dei protagonisti storici (oltre a una Kate ferita non proprio da una puntura di zanzara, e a un Lapidus la cui sorte è incerta) rende chiaro che da questo momento in poi possiamo aspettarci di tutto, e l’happy ending (se mai ci sarà) sarà cosa per pochi.
Decisamente straziante l’addio a Jin e Sun, che si erano appena riuniti dopo un’attesa lunga anni, e che se ne vanno nell’unica maniera possibile: insieme. Loro, che erano arrivati sull’isola quasi da separati, con il tempo sono riusciti a tornare una cosa sola: da questo punto di vista, è emblematico che non ci sia mai stato bisogno di specificare se il "Kwon" scritto da Jacob si riferisse a uno o all’altro. Unico appunto da fare alla loro scena in stile Titanic, resa particolarmente efficace dalle musiche di Michael Giacchino, è il fatto che i due non parlino in coreano, dettaglio che forse avrebbe reso il tutto ancora più naturale e struggente.
Diverso il discorso per Sayid, che con il suo sacrificio riscatta una stagione per lui poco edificante. Il suo temporaneo passaggio al lato oscuro, con l’unico scopo di riabbracciare Nadia, ci poteva anche stare: ma perché tirare in ballo misteriose "infezioni", sulle quali a questo punto rischiamo di non avere ulteriori spiegazioni?
Consola comunque sapere che Desmond è ancora vivo, e a questo punto lo scozzese si candida a variabile impazzita della battaglia.
Un altro punto importante dell’episodio è che finalmente rivela le vere intenzioni dell’Uomo in Nero. Dopo aver tentato a lungo di instillarci il dubbio su quanto questo personaggio fosse veramente il "cattivo" della situazione, eccone la conferma definitiva: lo scopo non è mai stato quello di fuggire con i candidati, ma di ucciderli per potersene andare. O meglio, fare in modo che si uccidano tra di loro: come gli ha ricordato il misterioso bambino ne Il sostituto, lui non può farlo di persona, e quindi deve trovare altre vie. E da colui che per far uccidere Jacob ha scatenato tutta quella serie di eventi a cui abbiamo assistito, non possiamo aspettarci niente di banale. In questo caso un aiuto fondamentale gliel’ha dato James, al quale comunque non si possono imputare più di tante colpe: va ricordato, infatti, che l’ultima volta in cui si è trovato in una situazione simile e Jack gli ha chiesto di fidarsi, Juliet è morta.
- Spoiler:
- Nella realtà parallela Jack doveva operare Locke: l’intervento è riuscito, ma ora il dottore vuole convincerlo a un’ulteriore operazione, per farlo tornare a camminare. Inaspettatamente, però, John non ne vuole sapere. Indagando, Jack scopre che la paralisi dell’uomo risale a un incidente aereo che ha reso il padre un vegetale, e i sensi di colpa gli impediscono di lasciarselo alle spalle. Nel consigliargli di accettare il fatto che il padre non c’è più, Jack chiede ancora una volta a Locke di fargli da guida, ma lui rimane fermo sulle sue posizioni e rinuncia ad affidarsi alla fede.
Decisamente più movimentata la situazione sull’isola, dove gran parte dei nostri protagonisti vengono imprigionati da Widmore (per il loro bene, a suo dire), salvo poi essere liberati dallo stesso Jack in collaborazione con Sayid e il mostro di fumo. Il piano di abbandonare l’isola con l’aereo, però, deve essere rivisto: a bordo infatti c’è dell’esplosivo, e l’unica soluzione rimane il sottomarino.
Nell’assaltarlo Kate viene ferita, ma grazie al doppio gioco di Sawyer e Jack, il sottomarino parte lasciando a terra Locke e anche l’incolpevole Claire. Si scopre però che Locke si è preso gioco di tutti: è una trappola, dentro lo zainetto di Jack c’è una bomba artigianale con un timer già quasi agli sgoccioli. Jack intuisce che Locke non può ucciderli, e che quindi non capiterà loro niente, ma Sawyer non gli crede e prova a disinnescare la bomba, con il solo risultato di accelerare il conto alla rovescia.
Dopo aver rivelato che Desmond è vivo e che toccherà a Jack risolvere la situazione, Sayid si sacrifica e si fa esplodere con la bomba. L’esplosione però danneggia irreparabilmente il sottomarino: Lapidus sviene, Sun rimane intrappolata e Jin si rifiuta di abbandonarla, trovando la morte insieme a lei.
L’ultima suggestiva sequenza sulla spiaggia ci mostra i sopravvissuti (Jack, Kate, Sawyer e Hugo) disperati e in lacrime. Ma dovranno riprendersi in fretta: Locke è pronto a finire quello che ha iniziato.
L’eliminazione in un colpo solo di tre dei protagonisti storici (oltre a una Kate ferita non proprio da una puntura di zanzara, e a un Lapidus la cui sorte è incerta) rende chiaro che da questo momento in poi possiamo aspettarci di tutto, e l’happy ending (se mai ci sarà) sarà cosa per pochi.
Decisamente straziante l’addio a Jin e Sun, che si erano appena riuniti dopo un’attesa lunga anni, e che se ne vanno nell’unica maniera possibile: insieme. Loro, che erano arrivati sull’isola quasi da separati, con il tempo sono riusciti a tornare una cosa sola: da questo punto di vista, è emblematico che non ci sia mai stato bisogno di specificare se il "Kwon" scritto da Jacob si riferisse a uno o all’altro. Unico appunto da fare alla loro scena in stile Titanic, resa particolarmente efficace dalle musiche di Michael Giacchino, è il fatto che i due non parlino in coreano, dettaglio che forse avrebbe reso il tutto ancora più naturale e struggente.
Diverso il discorso per Sayid, che con il suo sacrificio riscatta una stagione per lui poco edificante. Il suo temporaneo passaggio al lato oscuro, con l’unico scopo di riabbracciare Nadia, ci poteva anche stare: ma perché tirare in ballo misteriose "infezioni", sulle quali a questo punto rischiamo di non avere ulteriori spiegazioni?
Consola comunque sapere che Desmond è ancora vivo, e a questo punto lo scozzese si candida a variabile impazzita della battaglia.
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