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Cos'è la libertà?

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Messaggio Da Violet Mar Nov 24, 2009 1:12 pm

Ogni uomo è imprigionato dall'idea che ha di se stesso. Da quest'idea nasce il suo senso del dovere, nascono i suoi tabù, nascono i suoi legami con gli altri, spesso ripetitivi di uno stesso schema di comportamento e di crisi. Eppure l'uomo non si rende conto che vive la vita seguendo questa proiezione di sé, e non si chiede: "quest'idea di me stesso sono davvero io?"
Molto spesso, in realtà, l'idea di sé (personalità) non nasce dall'uomo, ma da un compromesso con l'educazione, la società e le aspettative altrui, fino al punto che si dimentica d'aver fatto un compromesso, anche quando si è adulti e quindi liberi di vivere se stessi.

Un percorso spirituale, di qualunque natura esso sia (purché sia serio, s'intende!) tende a mettere l'uomo di fronte ai suoi limiti, e lo sprona ad affrontarli. Spesso, questi limiti sono chiamati "blocchi", in psicoterapia possono essere visti anche come "traumi". Questo processo di riscoperta di sé (perché prima di evolvere bisogna sapere chi si è, e quindi spogliarsi) è chiamato "purificazione".

Avete mai pensato che molti nostri atteggiamenti non sono liberi? E cosa cercate di fare per affrontare questi limiti senza ricadere in nuove illusioni?
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Messaggio Da matrona Mar Nov 24, 2009 11:21 pm

Ogni uomo è imprigionato dall'idea che ha di se stesso. Da quest'idea nasce il suo senso del dovere, nascono i suoi tabù, nascono i suoi legami con gli altri, spesso ripetitivi di uno stesso schema di comportamento e di crisi. Eppure l'uomo non si rende conto che vive la vita seguendo questa proiezione di sé, e non si chiede: "quest'idea di me stesso sono davvero io?"
Secondo me è il contrario..
Il senso del dovere, la sua morale, i suoi tabù, e via dicendo, fanno parte della società in cui vive, e l'umano, nostra cavia nella discusione, può decidere se seguire oppure no.
Ma premetto, questa scelta avviene solo ad una certa maturazione del "conscio" e dell'"IO interiore". Finchè la nostra cavia non raggiunge la sua maturazione, vedi gli adolescenti, i bambini, è obbligato a seguirli, se no pena, l'esclusione dal "gruppo" (a scelta del lettore, gruppo di amici, religioso, famiglia, ecc..), molto importante per la maturazione dell'umano, poichè creano le basi, che al momento della maturazione, deciderà di "rinvigorire"(fondamentalisti) o "demolire"(non credenti)*

La tua domanda è pari a: "chi sono?", "dove vado?", ecc..

Queste domande l'umano, almeno dalla mia esperienza personale, se le pone, solo quando vede delle incongruenze o ha dei dubbi, sulle cose che gli circondano e quindi cerca di capire cosa non và (demolizione del credo*) e la risposta può dare solo 2 risultati: la creazione di un nuovo credo*, o il rinforzo del vecchio*.
La domanda, se la porgono tutti, ma se è la seconda soluzione ad avverarsi (quella del rinforzo, che è anche la più semplice, veloce e indolore mentalmente), cioè quella della maggior parte della gente, dopo non si preoccupano più d ricercare altro, e quindi a chi non riesce a leggere nel pensiero altrui,può sembrare che non se lo sia posto il quesito...

Molto spesso, in realtà, l'idea di sé (personalità) non nasce dall'uomo, ma da un compromesso con l'educazione, la società e le aspettative altrui, fino al punto che si dimentica d'aver fatto un compromesso, anche quando si è adulti e quindi liberi di vivere se stessi

A dire il vero, secondo me, è l'unico modo per creare una personalità... ma sul resto di dò ragione, perchè senza stimoli esterni (vedi il tuo elenco), un'umano rimarebbe perennemente in uno stato di stallo, non sviluperebbe il pensiero,quindi non si può neanche porre dei limiti da superare.
Infatti la nostra memoria incomincia, fin dall'interno del ventre materno, ad archiviare rumori, sesto senso, tatto, equilibrio....
Non è, sempre secondo me, che ad un'età, facciamo un compromesso con ciò che ci circonda, anzi è il contrario.
Grazie alla nostra conoscenza (l'archiviazione di tutti i dati che ci circondano perennemente), possiamo porci dei limiti, per poi affrontarli, e nel caso riusciamo ad superarli.

*Non in senso religioso
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Messaggio Da matrona Mer Nov 25, 2009 12:22 am

Un percorso spirituale, di qualunque natura esso sia (purché sia serio, s'intende!) tende a mettere l'uomo di fronte ai suoi limiti, e lo sprona ad affrontarli. Spesso, questi limiti sono chiamati "blocchi", in psicoterapia possono essere visti anche come "traumi".

Io oltre che spirituale, metterei anche mentale... Forse sarò ancora troppo legata al mio periodo di chirichetto Laughing , ma sono convinta che l'umano si possa dividere in 3 parti:
- corpo ( il tangibile, l'udibile, il vedibile, il concreto);
- mente( il logico, il dualismo, i "traumi");
- spirito( l'irrazionale, incomprensibile, la fede*);

Vorrei precisare, che i limiti, come li intendo io, sono cose relativamente semplici da affrontare, del tipo, piccole paure (il buio, gli insetti, ecc..), ciò che ci disgusta (verdure, vomito,ecc..), un problema mentale (l'esame di maturità, scegliere se fare sesso con quello o l'altra persona, decidere se prendere quella o questa strada per tornare a casa, ecc..)e tutto ciò che si può affrontare da soli o col sostegno di persone non specializzate.
I "traumi", che hanno bisogno di psicoterapia, non si possono affrontare da soli (violenze mentali e corpore, stati di depresione o demoralizzazione, terrore, panico, ecc..), quindi non mischiare le voragini con dei fossi.

Capisci cosa intendo?
Nel tuo modo di esporre l'argomento, sembra quasi che , traumi e blocchi, siano la stessa natura, come dire gallina o chioccia, lucertola o salamandra, fuoco o fiamma, fiume o torrente.


Questo processo di riscoperta di sé (perché prima di evolvere bisogna sapere chi si è, e quindi spogliarsi) è chiamato "purificazione".

Il "sapere chi si è" è dettato dalle nostre esperienze e dall'ambiente che ci circonda (e qui rinneghi ciò che hai detto nella prima frase); lo "spogliarsi" io lo chiamato con l'azione di "demolire il proprio credo*", e la tua "purificazione" io la intendo come la scelta delle 2 possibilità.
Ma la cosa che non appare nella tua esposizione è che questo processo è sempre ed costantemente attivo. Mi spiego meglio, noi siamo sempre in continuo "demolizione" e "creazione", perchè qualsiasi cosa impariamo o apprendiamo crea un'incongruenza con una parte di quello che sappiamo e un rafforzamento dell'altra parte che conosciamo.
Secondo me è la "maturazione" o "crescita" dell'umano.

Avete mai pensato che molti nostri atteggiamenti non sono liberi? E cosa cercate di fare per affrontare questi limiti senza ricadere in nuove illusioni?

Prima bisogna mettersi d'accordo sul concetto di "Libertà" ( perchè è soggettivo), poi ti posso dire se sono "libera" nelle mie azioni.

Nella tua seconda domanda, parli di "nuove illusioni", ma posso farti una domanda stupida e superficiale?!
Partendo dal presupposto,come sembra indicarci la domanda, che siamo già dentro ad un'illusionequando ti accorgi che la tua scelta ti stà portando in una "nuova illusione"?

Mi pare di domandarmi, se sei dentro ad una stanza, come fai ad essere sicuro di non entrare in un'altra stanza o essere in giardino (naturalmente, non conoscendo cosè un giardino).
Quindi, come fai a sapere prima, di non stare "ricadendo" in un'altra illusione?

Secondo la mia testa, io mi sentirei fortunata a "ricarede" in un'altra illusione, perchè questo mi garantirebbe, se pur inconsciamente, di poter continuare la ricerca del mio IO, e il continuare demolire\creare, cioè migliorare me stessa.
Se uscissi in giardino, l'infinito riciclo, si interomperebbe, e quindi non potrei più evolvermi, cadrei in una posizione di "stallo", di appagamento.
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Messaggio Da matrona Mer Nov 25, 2009 12:51 am

Alla tua domanda "cosè la libertà?", mi viene da risponderti, nel più classico dei modi.

Afferma Isaiah Berlin:
«L'essenza della libertà è sempre consistita nella capacità di scegliere come si vuole scegliere e perché così si vuole, senza costrizioni o intimidazioni, senza che un sistema immenso ci inghiotta; e nel diritto di resistere, di essere impopolare, di schierarti per le tue convinzioni per il solo fatto che sono tue. La vera libertà è questa, e senza di essa non c'è mai libertà, di nessun genere, e nemmeno l'illusione di averla»

da: Four Essays on Liberty, Oxford UP, Oxford, 1982, tr. it. Quattro saggi sulla libertà, Feltrinelli, Milano, 1989
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Messaggio Da antares Ven Dic 04, 2009 2:38 am

Violet ha scritto:
Molto spesso, in realtà, l'idea di sé (personalità) non nasce dall'uomo, ma da un compromesso con l'educazione, la società e le aspettative altrui, fino al punto che si dimentica d'aver fatto un compromesso, anche quando si è adulti e quindi liberi di vivere se stessi.

IO la vedo cosi.
Sono d'accordo che la personalità non nasce dall uomo, i condizionamenti dovuti dall educazione,
zona geografica, le persone che abbiamo incontrato nel nostro cammino ci hanno spinto a modellare un riflesso adattabile alle circostanze dell esperienza . Ma un fatto importante secondo me non è riconoscere appunto una personalità in questo, ma renderci conto che nella nostra vità abbiamo molteplici personalità, a seconda della situazione nella quale ci troviamo davanti.
Non so, al lavoro , con il partner, con gli amici, quando stiamo meditando o fare altro, ci comportiamo inevitabilmente in maniera diversa, con 4 5 6 o piu personalità che vengono alla luce,
e la cosa da capire è che nessuna di queste personalità ci appartiene. Le personalità sono lo specchio delle nostre esperienze e quindi non ci appartengono. Ritorniamo al momento quando siamo nati , gli antichi sciamani sostengono che un bambino senza alcun condizionamento sia in grado di "vedere" perchè si trova nel pieno della sua essenza piu pura.
Certo è difficile liberarsi da tutti i condizionamenti ma se si comincia ad osservarli questo diventa molto piu chiaro.
Secondo me la libertà è ritornare all essenza, alla nostra essenza e ci si arriva solo (in questa fase terrena) spogliandoci da tutti questi vestiti. Noi non siamo ne quelli che parlano con il partner ne quelli che parlano con il capoufficio e ne quelli che parlano con la mamma. Nessuno di questi.
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Messaggio Da loss Lun Gen 11, 2010 4:43 pm

La libertà è in noi stessi e se riusciamo a toglerci di dosso gli strati superflui dovuti anche alla società oltre che ai nostri modi di agire.

La società è uno di quei blocchi più pesanti da toglierci di dosso e che ci tiene incatenati ad esse; la società ci impone standar a cui dover assomigliare o aspirare(lavoro, famiglia, soldi), cosa che non fa un percorso spirituale che essendo magari antico di secoli e secoli, avevano concezioni di vita e aspirazioni diverse dalla nostra società moderna.
La personità vera dell'uomo è in se stesso, ma se questa è occultata da agenti esterni allora il vero io non esce a galla, finchè non togliamo gli strati di cipolla attorno a noi non saremo mai liberi, neanche di essere veramente noi stessi.

spero di essere stata chiara Cos'è la libertà? Icon_biggrin
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Messaggio Da Blake Mar Gen 19, 2010 10:42 pm

Ciao a tutti quelli che ancora non ho avuto il piacere di conoscere.
Ho letto la discussione e mi è sembrata molto interessante, così vorrei aggiungere anche il mio personale punto di vista.

La mia sarà forse una visione semplicistica dei fatti, ma al di là di quel che può essere la differente origine del carattere e dei sentimenti, che siano dettati dalla società, dall'educazione o dalle caratteristiche congenite di ognuno, credo che essere liberi di esprimere sè stessi si riassuma banalmente nel fare ciò che si SENTE giusto.
Non quello che ci è indicato come tale, ma quello che davvero e nel profondo si avverte come "nostro", come parte della nostra strada.

Insomma, non credo importi la fonte che ha originato questa sensazione (non in merito alla domanda iniziale almeno) ma il seguire questo sentimento e saperlo ascoltare, facile o difficile che sia.

Che ne dite?
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Messaggio Da Mik Darko Ven Gen 22, 2010 5:06 pm

C'è chi nasce per creare e chi nasce per distruggere...
da qui la soggettività di ciò che giusto e ciò che è sbagliato.
Da libertà a libertinaggio il passo è breve.
Ci si maschera per apparire, per emergere, ma anche per sopravvivere o per non far soffrire.
... ma non possiamo nasconderci per sempre.

Donnie a Frank: "Perchè indossi quello stupido costume da coniglio?"
Frank: "E tu perchè indossi quello stupido costume da uomo?"
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