Atto VIII - I pensieri di Elide
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Atto VIII - I pensieri di Elide
Alla vista di questi avvenimenti strani, Clara sotto la doccia pensa, ma domande non fa per non imbattersi in altri dubbi. Il tempo sarà scopritore della verità, e accingendosi i fianchi di forza e coraggio, decide insieme alla sua amica Elide di partire lo stesso per il viaggio, nonostante la tempesta. Elide accetta, ma nell'aria sente odor di profezia.
I pensieri di Elide
Alla mia forza implorai di tornare
nelle mie membra e di penetrare
nella mia mente ostile e debole a pensare,
e riprovevole a ciò che accade.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso, si dice,
ma qual è l'errore di mia vita che il destino infausto addice,
e sotto l'acqua che nella doccia scorre cocente
io pensavo al male splendente,
che nella mia casa piede aveva posato,
e del mio corpo si era impossessato.
Sarà solo una mia sensazione,
ma questi segni per me son premonitori di distruzione.
La mia amica allora aveva ragione,
in uno strano destino sono in prigione,
ma è meglio non fare domande,
al fine di non imbattermi in brutte faccende
o simili sospetti.
Ormai queste barriere di dubbio son sottili muretti
che da sola oltrepasserò
e la verità finalmente saprò.
Ma nell'altra stanza si appresta
a ragionar la mia amica e il dubbio la calpesta.
In una tempesta di dubbi la sua mente si domandava,
e a se stessa chiedeva e di domande si tempestava:
“Sarà lei la prescelta,
poiché la profezia chiaro parla,
un animo puro e innocente
porrà fine a questa guerra antecedente
il bene e il male,
in cui tutta la realtà scompare
e si disintegra come una nube
nel cui oscuro non vi è più luce.
Ma con certezza la verità spunterà
quando sulla mano sua sinistra comparirà
il segno della profezia,
allora pronta alla liberazione sarà l'anima mia”
Così pensava la mia amica adorata,
Elide, come una sorella deteriorata
dalla mia sofferenza e spavento.
Sentiva dall'esterno della finestra il vento,
e fulmini e saette guastarono il tempo,
poiché tutta la natura si preparava,
e l'avvento della profezia gustava.
Ma in quel cielo nero
una farfalla si posò sul vetro
della finestra. Come fa un essere tanto debole
a resister in questa tempesta spaventevole?
Elide si girò alla vista della mia sagoma riflessa
sul vetro, e mi guardò e con aria perplessa
mi chiese:
“Stai meglio ora?”
Le mie parole la stanza coloran:
“In questa placid'ora,
partir voglio ancora,
e immaginar voglio che tutto sia finto
poiché la mia paura credo di aver vinto.
Quel che sarà, sarà,
e non voglio sapere cosa accadrà
in futuro, la mia memoria più non rammenta
le cose strane accadute ma i dubbi alimenta.
Organizziamo, ti prego, in fretta,
e uscir accingiamoci da questa casa sorretta
da spiriti incauti e maleodoranti
e di sapori amari portanti. ”
Leste con le valigie in mano partimmo
e con quel tempaccio di volata all'aereoporto fummo,
e tutto dimenticammo,
e proprio lì, mentre l'aereo aspettavamo, ci addormentammo.
I pensieri di Elide
Alla mia forza implorai di tornare
nelle mie membra e di penetrare
nella mia mente ostile e debole a pensare,
e riprovevole a ciò che accade.
Chi è causa del suo mal, pianga se stesso, si dice,
ma qual è l'errore di mia vita che il destino infausto addice,
e sotto l'acqua che nella doccia scorre cocente
io pensavo al male splendente,
che nella mia casa piede aveva posato,
e del mio corpo si era impossessato.
Sarà solo una mia sensazione,
ma questi segni per me son premonitori di distruzione.
La mia amica allora aveva ragione,
in uno strano destino sono in prigione,
ma è meglio non fare domande,
al fine di non imbattermi in brutte faccende
o simili sospetti.
Ormai queste barriere di dubbio son sottili muretti
che da sola oltrepasserò
e la verità finalmente saprò.
Ma nell'altra stanza si appresta
a ragionar la mia amica e il dubbio la calpesta.
In una tempesta di dubbi la sua mente si domandava,
e a se stessa chiedeva e di domande si tempestava:
“Sarà lei la prescelta,
poiché la profezia chiaro parla,
un animo puro e innocente
porrà fine a questa guerra antecedente
il bene e il male,
in cui tutta la realtà scompare
e si disintegra come una nube
nel cui oscuro non vi è più luce.
Ma con certezza la verità spunterà
quando sulla mano sua sinistra comparirà
il segno della profezia,
allora pronta alla liberazione sarà l'anima mia”
Così pensava la mia amica adorata,
Elide, come una sorella deteriorata
dalla mia sofferenza e spavento.
Sentiva dall'esterno della finestra il vento,
e fulmini e saette guastarono il tempo,
poiché tutta la natura si preparava,
e l'avvento della profezia gustava.
Ma in quel cielo nero
una farfalla si posò sul vetro
della finestra. Come fa un essere tanto debole
a resister in questa tempesta spaventevole?
Elide si girò alla vista della mia sagoma riflessa
sul vetro, e mi guardò e con aria perplessa
mi chiese:
“Stai meglio ora?”
Le mie parole la stanza coloran:
“In questa placid'ora,
partir voglio ancora,
e immaginar voglio che tutto sia finto
poiché la mia paura credo di aver vinto.
Quel che sarà, sarà,
e non voglio sapere cosa accadrà
in futuro, la mia memoria più non rammenta
le cose strane accadute ma i dubbi alimenta.
Organizziamo, ti prego, in fretta,
e uscir accingiamoci da questa casa sorretta
da spiriti incauti e maleodoranti
e di sapori amari portanti. ”
Leste con le valigie in mano partimmo
e con quel tempaccio di volata all'aereoporto fummo,
e tutto dimenticammo,
e proprio lì, mentre l'aereo aspettavamo, ci addormentammo.
Teresa- Numero di messaggi : 76
Data d'iscrizione : 10.02.10
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