Atto VI - Sogno premonitore
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Atto VI - Sogno premonitore
L'amica di Clara decide di non lasciarla per la notte, e con lei dormir con lei vuole. Ma nella tranquillità amara della notte, Clara ha un incubo premonitore, di morte e dolore.
Il sogno premonitore
La mia amica lasciar non mi vuole
anche se il suo stato nel cuore mio duole:
non sarà facile quando verrà la fine
il nostro legame non può finire.
Ma la rassegnazione non vien meno
poiché la morte a nessun esser guarda in viso
e sazia sarà
quando la mia anima ladra prenderà.
Dopo aver trascorso tempo a parlare
e a dimenticare
ricca di conforto e di protezione
ella dormir con me vuole.
“Questa notte con te resterò
e i tuoi sogni proteggerò.”
“Non sei obbligata a farlo”, risposi
“Sciocchezze tu esponi,
andarmene e lasciarti non potrò
e con te nella notte dormirò.
Ora riposati, e che la notte porti consiglio
a questo cor tanto afflitto”.
E con un sorriso ci separammo in stanze diverse,
la mia casa ci ospiterà in queste ore avverse,
e sogni gloriosi faremo
finchè il giorno scorgeremo.
Presi sonno profondamente ma col pensiero,
poiché stanca delle lacrime amare ero,
ma un incubo aleggiava nell'aria come un gelido vento,
e nella mia mente prese il sopravvento.
Un viso magnetico scorsi nel buio,
e nell'abisso del mio sogno era oscuro,
maledettamente orrendo e distruttore,
crucciato e desolatore,
con occhi completamente neri come la pece
e un orrenda paura mi fece.
Comparvero denti aguzzi nelle fauci della sua bocca,
e una lingua biforcuta di serpente da essa trabocca.
Delle ali di pipistrello insanguinate uscivano dal suo dorso,
e il suo corpo altissimo e muscoloso era come un orso.
Sagace mi individuò
e ad un tratto con cattiveria mi guardò.
Spalanca le unghie forti dalle sue dita,
e il suo indice verso di me addita.
Io ero immobile e spaventata
legata ad una croce e dalla paura agghiacciata.
Fa un sorriso odioso di scherno,
e verso di me corre velocemente e di scatto,
allarga il braccio e mi ferisce l'addome,
le sue unghie sento nel mio cuore.
Un dolore immane mi sveglia
e la mia amica nel suo dormiveglia
dal letto alzarsi vuole,
per venirmi incontro nel mio dolore.
Le mie urla la spaventano
come le civette nel plenilunio che avvisano
un futuro austero e terrorizzano.
“Clara cosa mai ti accade!”
e scoprendo le mie coperte, tace,
poiché il mio addome davvero sanguina lento
e il terrore nel suo cuor io sento.
“Per Dio ma tu sanguini”
quattro erano gli squarci,
il mio sogno allora era vero,
quasi ai miei occhi non credevo!
Il sogno premonitore
La mia amica lasciar non mi vuole
anche se il suo stato nel cuore mio duole:
non sarà facile quando verrà la fine
il nostro legame non può finire.
Ma la rassegnazione non vien meno
poiché la morte a nessun esser guarda in viso
e sazia sarà
quando la mia anima ladra prenderà.
Dopo aver trascorso tempo a parlare
e a dimenticare
ricca di conforto e di protezione
ella dormir con me vuole.
“Questa notte con te resterò
e i tuoi sogni proteggerò.”
“Non sei obbligata a farlo”, risposi
“Sciocchezze tu esponi,
andarmene e lasciarti non potrò
e con te nella notte dormirò.
Ora riposati, e che la notte porti consiglio
a questo cor tanto afflitto”.
E con un sorriso ci separammo in stanze diverse,
la mia casa ci ospiterà in queste ore avverse,
e sogni gloriosi faremo
finchè il giorno scorgeremo.
Presi sonno profondamente ma col pensiero,
poiché stanca delle lacrime amare ero,
ma un incubo aleggiava nell'aria come un gelido vento,
e nella mia mente prese il sopravvento.
Un viso magnetico scorsi nel buio,
e nell'abisso del mio sogno era oscuro,
maledettamente orrendo e distruttore,
crucciato e desolatore,
con occhi completamente neri come la pece
e un orrenda paura mi fece.
Comparvero denti aguzzi nelle fauci della sua bocca,
e una lingua biforcuta di serpente da essa trabocca.
Delle ali di pipistrello insanguinate uscivano dal suo dorso,
e il suo corpo altissimo e muscoloso era come un orso.
Sagace mi individuò
e ad un tratto con cattiveria mi guardò.
Spalanca le unghie forti dalle sue dita,
e il suo indice verso di me addita.
Io ero immobile e spaventata
legata ad una croce e dalla paura agghiacciata.
Fa un sorriso odioso di scherno,
e verso di me corre velocemente e di scatto,
allarga il braccio e mi ferisce l'addome,
le sue unghie sento nel mio cuore.
Un dolore immane mi sveglia
e la mia amica nel suo dormiveglia
dal letto alzarsi vuole,
per venirmi incontro nel mio dolore.
Le mie urla la spaventano
come le civette nel plenilunio che avvisano
un futuro austero e terrorizzano.
“Clara cosa mai ti accade!”
e scoprendo le mie coperte, tace,
poiché il mio addome davvero sanguina lento
e il terrore nel suo cuor io sento.
“Per Dio ma tu sanguini”
quattro erano gli squarci,
il mio sogno allora era vero,
quasi ai miei occhi non credevo!
Teresa- Numero di messaggi : 76
Data d'iscrizione : 10.02.10
Età : 43
Località : Foggia
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